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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2013 alle ore 18:48.
L'ultima modifica è del 19 novembre 2013 alle ore 20:02.

Il giovane ingegnere Kees van der Westen ha scoperto l'amore per l'espresso quando era ancora uno studente al college. Nel 1980, studiava design industriale a Genk, in Belgio e come la maggior parte degli studenti universitari, nelle caffetterie locali, ha valutato il colore scuro o il gusto acido e non la loro complessità del sapore, la sensazione in bocca o l'aroma del caffè. Da quelle prime esperienze nasce il germe della rivoluzione. E' così che van der Westen per la sua laurea decide di presentare il progetto per una macchina del caffè espresso. Tuttavia, dal momento che si trattava solo di banali involucri di metallo, la maggior parte delle macchine da caffè che erano in produzione lasciavano ampio spazio all'innovazione.
Oggi, le macchine di van der Westen, sono paragonate a dee cromate i cui corpi evocano le line classiche delle automobili americane degli anni cinquanta e guadagnano l'apprezzamento dei cultori del caffè. " Kees van der Westen è praticamente il Santo Graal dell'espresso", dice Dave Ringwood, responsabile del servizio clienti, della restaurazione e della progettazione ad Olimpia, sede a Washington dell'Espresso Parts. Certamente sono anche tra le macchine più costose sul mercato: la Speedster, il modello più piccolo e meno costoso di Van der Westen, costa 8.800 dollari mentre il modello più grande, lo Spirito, è sui 20 mila dollari.
Il giovane ingegnere insieme ad una dozzina di assistenti hanno assemblato circa 400 macchine all'anno nel piccolo laboratorio della città di Waalre nel sud dei Paesi Bassi. E "I ricchi adesso hanno iniziato l'acquisto di macchine da caffè espresso come arredo per le loro cucine domestiche - dice van der Westen – e non è stato poco il lavoro che hanno dovuto fare per predisporre gli allacciamenti elettrici specializzati e i sistemi di filtrazione d'acqua necessari". Edwin Mayer, uno degli avvocato più noti di Londra, ha visto una di queste macchina per l'espresso nella vetrina di un negozio della City e ne è stato subito catturato tanto da equiparare l'acquisto al pari di un dipinto, di una scultura o di "un'opera d'arte".
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