La guerra delle valute passa dal controllo sull'oro. E così che i Paesi (ri)emergenti vogliono fare le scarpe al dollaro
Occidente e Oriente hanno strategie diverse sul metallo giallo. Il primo lo vende, il secondo ne fa incetta. Per rilanciare una nuova valuta di ultima istanza e per arginare il potere del biglietto verde
di Vito Lops
4. Le mosse con cui yuan e rublo si stanno rafforzando
(Epa)
«La Bce ha chiuso accordi con la Cina per transazioni nelle rispettive valute; a cui si aggiungono accordi commerciali della Cina con Giappone ed Australia per scambi nelle rispettive valute; accordi bilaterali di scambio tra i Brics per utilizzare le rispettive valute nel commercio; accordo tra Russia e Cina per fornitura di petrolio e merci in rubli / yuan - continua Roghi -. Inoltre la Cina sta promuovendo attivamente la Shanghai Cooperation Organization (Sco), una organizzazione commerciale non legata al dollaro, in tutta l'Asia. Ci sono pochi dubbi: con queste azioni la Cina si sta preparando per la scomparsa del dollaro, almeno come valuta di riserva mondiale, per assicurare se stessa ed i suoi cittadini per mezzo dell'oro. La Cina ha investito molto nella produzione mineraria nazionale ed è oggi il più grande produttore con circa 440 tonnellate l'anno e sta cercando di acquistare miniere d'oro altrove. Poco o niente dell'oro estratto in ambito nazionale è messo sul mercato, quindi è un'ipotesi ragionevole ritenere che il governo stia silenziosamente accumulando tutta la propria produzione senza che diventi disponibile al pubblico».
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