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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2013 alle ore 16:12.
L'ultima modifica è del 19 novembre 2013 alle ore 16:51.

Le buone notizie sono poche: pagamenti della Pa più veloci che nel 2013 hanno rimesso in circolo liquidità per quasi 4 miliardi , crescita del turismo del 5% ( e della spesa del 6%) e aumento dell'export regionale dell'8% nei primi sei mesi del 2013. Quelle cattive molte e preoccupanti. A cominciare da un tasso di disoccupazione che tocca il 12,6% e destinato a crescere ulteriormente nel corso dell'anno, riduzione dell'attivittà industriale con fatturato e investimenti rivisti al ribasso, una domanda interna rimasta debole, condizioni di credito alle imprese ancora più restrittive (-9,7% il calo a giugno dei prestiti alle imprese) . È la fotografia dell'economia del Lazio scattata dalla Banca d'Italia, un flash che ci fa vedere con dati quantitativi sui primi sei mesi dell'anno e stime qualitative che arrivano fino ai primi sette mesi, una ripresa incerta.

Recessione in frenata
Si attenua la tendenza recessiva nel Lazio. Nel primo semestre dell'anno, le imprese non hanno programmato investimenti in tecnologie, la disoccupazione cresce ed è allarme per il 2014, quando molti lavoratori attualmente in cassa integrazione potrebbero perdere il lavoro. In più le crisi aziendali come quelle che interessano Alitalia, Telecom, Finmeccanica e altre aziende, pesano sul mercato del lavoro del Lazio. Soltanto le esportazioni e il turismo hanno sostenuto la domanda. Le indagini condotte a settembre e ottobre dalla Banca d'Italia segnalano inoltre « il permanere di livelli di attività economica contenuti ancora nel terzo trimestre dell'anno, assieme a prospettive incerte riguardo alla futura ripresa». Dati contenuti nella presentazione dell'aggiornamento congiunturale dell' Economia del Lazio nella sede della Banca d'Italia di via XX Settembre, coordinata dal direttore della sede di Roma Paolo Galiani. Nell'industria si è ridotto il fatturato nel primo semestre e sono stati rivisti al ribasso gli investimenti. L'impulso legato alle esportazioni (10% del Pil regionale) si è concentrato sulla farmaceutica. I giudizi qualitativi delle imprese sulla produzione mostrano segnali di parziale recupero dalla primavera. Nelle costruzioni l'attività economica ha continuato a ridursi, in particolare nel comparto delle opere pubbliche; sono diminuite più lievemente le compravendite di abitazioni e le quotazioni di mercato. Il settore dei servizi ha fortemente risentito del calo nei consumi delle famiglie, soprattutto nel commercio e nei trasporti: le imprese hanno registrato un minor fatturato e rivisto al ribasso gli investimenti.

I turisti spendono di più
Intanto una boccata d'ossigeno arriva dal turismo. Nel primo semestre le presenze e gli arrivi presso alberghi della provincia di Roma hanno registrato una crescita del 5% su base annua, una tendenza proseguita anche nei mesi di luglio e agosto. Parliamo soprattutto di turisti stranieri che rappresentano i due terzi del totale. L'indagine di Bankitalia sottolinea anche che la spesa degli stranieri è aumentato di quasi il 6% su base annua.

Stretta del credit crunch per le imprese
La stretta al credito si fa più dura per le imprese del Lazio, la seconda regione italiana in termini di Pil. Da un sondaggio presso un campione di imprese, realizzato tra settembre e ottobre, è emerso che oltre un quarto delle imprese (27%) hanno segnalato un inasprimento dei criteri di concessione. Le tensioni «si sono tradotte principalmente in un incremento dei tassi di interesse sui prestiti già concessi e dei costi accessori» afferma il rapporto. I dati sugli impieghi certificano la forte recessione dell'economia. Si conferma la domanda fiacca. «C'è una caduta dei crediti alle imprese» commenta il direttore della sede di Roma della Banca d'Italia Paolo Galiani. Ad agosto si è registrata una caduta sui dodici mesi del 9,1% (-6,4% a marzo). Pesante il bollettino dei crediti in sofferenza nel Lazio: a giugno le nuove sofferenze in rapporto ai prestiti sono salite al 2,7%, il valore più elevato dall'inizio della crisi nel 2008. I crediti deteriorati di banche, finanziarie e società veicolo, a fine giugno sono saliti al 22% del totale (20,7% a dicembre).

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