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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2013 alle ore 22:09.
L'ultima modifica è del 22 novembre 2013 alle ore 13:18.

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NEW YORK – Una giuria americana ha deciso che Samsung dovrà pagare a Apple 290 milioni di dollari per aver copiato caratteristiche dell'iPhone e dell'iPad, in totale del risarcimento, dovuto al decisione del tribunale della scorsa estate, è di 930 milioni di dollari.

Il verdetto, in California, ridimensiona una precedente condanna già inflitta a Samsung, che le chiedeva di pagare fino a 1,05 miliardi ma che il giudice aveva annullato dopo aver concluso che i giurati avevano compiuto errori nel calcolare la cifra dei danni.

Il magistrato, Lucy Koh, aveva cancellato 450 milioni dal verdetto e ordinato un nuovo processo. Ora la decisione di un tribunale di San Jose, a 15 minuti di distanza dal quartier generale di Apple a Cupertino, ha rifatto i conti per i 13 prodotti del gruppo sudcoreano, tutti vecchi modelli, messi sotto accusa per aver violato le proprietà intellettuali del gruppo statunitense.

La saga legale tra le due aziende non è però affatto finita, neppure negli Stati Uniti. A marzo è previsto un terzo processo, dove Apple cercherà di dimostrare che anche i più recenti prodotti di Samsung sono in realtà in violazione dei suoi brevetti hi-tech di maggior successo e l'hanno aiutata a diventare un leader nei telefonini e nei tablet.

Samsung ha da parte sua presentato ricorsi in diverse corti internazionali sostenendo che alcuni copyright di Apple non hanno alcuna validità e che l'azienda statunitense è lei stessa colpevole di aver copiato tecnologie dai coreani. «Apple non ha l'esclusiva sulla bellezza», ha detto l'avvocato di Samsung, William Price.

La posta in gioco è sicuramente molto alta: il mercato globale degli smartphone è stimato in 300 miliardi di dollari. Samsung, che sforna un'ampia gamma di prodotti che funzionano con il sistema operativo di Google (8 smartphone su 10 hanno un cuore Android), ha conquistato una chiara supremazia.

Il processo di San José è stato così molto teso: Samsung ha ripetutamente chiesto al giudice di annullare il processo, affermando che Apple infiammava ad arte sentimenti patriottici e pregiudizi contro l'azienda sudcoreana. Il magistrato ha fatto continuare il procedimento, ma ha ammonito esplicitamente i giurati a non tener conto di eventuali pregiudizi.

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