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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2013 alle ore 12:36.
L'ultima modifica è del 21 novembre 2013 alle ore 17:35.

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«Risulta provato che l'imputato» Silvio Berlusconi «abbia compiuto atti sessuali con El Marough Karima in cambio di ingenti somme di denaro e di altre utilita'». E' una frase di due righe a pagina 318 delle motivazioni della sentenza a spiegare perche' l'ex presidente del Consiglio e leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, e' stato giudicato colpevole, lo scorso giugno, di concussione e di prostituzione minorile e condannato a sette anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

È quanto scrivono i giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano, che hanno depositato questa mattina le motivazioni di quella sentenza: 326 pagine durissime verso l'imputato-ex premier.

«Risulta provato - aggiungono i giudici - che il regista delle esibizioni sessuali delle giovani donne fosse proprio Berlusconi, il quale dava il via al cosiddetto bunga bunga, in cui le ospiti di sesso femminile si attivavano per soddisfare i desideri dell'imputato, ossia per 'fargli provare piaceri corporei', come chiarito dalla stessa El Marough, inscenando balli con il palo da lap dance, spogliarelli, travestimenti e toccamenti reciproci».

Ma c'e' di piu'. Per i giudici risulta provato anche che Berlusconi fosse consapevole della minore eta' di Ruby e «la prova della consapevolezza...si trae logicamente dal comportamento dallo stesso tenuto, a seguito del controllo di El Marough Karima effettuato dal commissariato» di polizia di Corso Monforte a Milano. Infatti, precisano i giudici, «se davvero non fosse stato al corrente della minore eta' della ragazza all'epoca della loro frequentazione, come dallo stesso affermato, egli non avrebbe avuto alcun motivo di intervenire, telefonando al Capo di Gabinetto dottor Pietro Ostuni per evitare il foto segnalamento ed il collocamento della giovane in comunita' protetta».

Berlusconi, insomma, «temeva - giustamente - che la minorenne potesse svelare alle forze dell'ordine, come in effetti accaduto..., il contenuto prostitutivo delle serate di Arcore. Cio' avrebbe potuto astrattamente costituire un eventuale danno per la sua immagine di uomo pubblico». Ma non era, questo, l'unico motivo che spinse Berlusconi a intervenire pesantemente sulla questura. «Cio' che poteva danneggiare Berlusconi, in quanto fatto illecito con rilevanza penale - sottolineano i giudici nelle motivazioni - era la possibilita' che le cene con connotazioni sessuali fossero associate a un soggetto minorenne, gia' sospettato per di piu' di svolgere attivita' di prostituzione».

La telefonata fatta nel cuore della notte al Capo di Gabinetto della questura per ottenere la liberazione di Ruby era finalizzata a ottenere un duplice vantaggio: la giovane marocchina avrebbe potuto continuare cosi' a frequentare Arcore e avrebbe evitato di riferire alla polizia dei suoi rapporti con Berlusconi.

I giudici sottolineano anche un'aggravante per l'ex premier: «Risulta provato - scrivono - che l'imputato, pur di occultare il delitto di prostituzione minorile, non abbia arretrato nemmeno di fronte alla commissione di un altro reato, quale quello di concussione, punito ben piu' gravemente».
Non solo. Berlusconi «non ha esitato ad asservire la pubblica funzione ad un interesse del tutto privato», mostrando anche una «capacita' a delinquere...consistita nell'attivita' sistematica di inquinamento probatorio a partire dal 6 ottobre 2010, attuata anche corrispondendo» a Ruby «e ad alcune testimoni ingenti somme di denaro». E questa sara' la prossima puntata della vicenda giudiziaria del leader di Forza Italia: un'inchiesta che sara' aperta dalla procura di Milano non appena verranno depositate, tra qualche giorno, anche le motivazioni del processo Ruby-bis.

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