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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2013 alle ore 09:20.
L'ultima modifica è del 21 novembre 2013 alle ore 10:47.

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Olli Rehn (Italy photo press)Olli Rehn (Italy photo press)

In Europa «dobbiamo continuare il consolidamento» delle finanze pubbliche, ma visto che «negli ultimi due anni gli squilibri si sono dimezzati, ora possiamo rallentare» e «ci possiamo concentrare sulle misure per la crescita, in particolare la fiscalità». Così il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn, in una audizione della commissione Economica-Lavoro del parlamento Ue. «Ripristinare i prestiti bancari all' economia deve essere la priorità della politica», aggiunge il commissario nell'audizione durante la quale afferma: «è capitale ridurre il debito delle famiglie e della società» ma anche «costruire buffer bancari e trovare forme alternative per i finanziamenti delle imprese», provvedimenti «vitali per tornare ad una crescita forte e robusta», per i quali «serve la cooperazione di tutti gli stati membri, nonché della Bei e della Bce». Rehn ha poi definito «questione cruciale» quella del finanziamento delle imprese. «Son d'accordo che le condizioni sono troppo onerose», ovvero che i tassi sono troppo alti «specialmente nei paesi del sud» ha detto specificando che questi «sono il collo di bottiglia che impedisce la ripresa economica europea». È quindi necessario, ha detto, «prima di tutto ripristinare la fiducia» e «questo sarà il principale obiettivo degli stress test della Bce nella preparazione della sorveglianza bancaria». Ancora: «Il sistema bancario deve essere resiliente per poter prestare all'economia reale».

Rehn insiste anche con la nuova posizione critica che arriva da Bruxelles: la Germania deve far aumentare la domanda interna e la spesa per i servizi. Torna a ribadirlo durante l'audizione parlamentare durante la quale afferma: «non critichiamo la sua competitività economica o il suo successo sui mercati mondiali (...), però un surplus che resta elevato, significa che i tedeschi continuano ad investire i loro risparmi all'estero» mentre «una maggiore domanda in Germania non può che avvantaggiare i paesi limitrofi e la Cina».

Il commissario indica infine un'insolita accoppiata: «per Italia e Finlandia c'è rischio di inosservanza» delle condizioni macroeconomiche. Rehn insomma ribadisce il giudizio sulle leggi di bilancio della settimana scorsa, ricordando che «solo Germania e Estonia» le «osservano in pieno» e che «il Belgio le rispetta bene e in primavera forse uscirà dalla procedura per deficit eccessivo».

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