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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2013 alle ore 18:37.
L'ultima modifica è del 26 novembre 2013 alle ore 17:50.

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(Ap)(Ap)

Vladimir Putin in Italia incontra un nuovo Papa, un nuovo premier e lo stesso presidente della Repubblica di sette anni fa. Con il primo c'è stata intesa a distanza nei giorni della crisi siriana, al netto dell'interesse del politico e della missione del pontefice - ancora ieri, durante l'udienza, si è parlato di «soluzione pacifica del conflitto» riferisce la Santa Sede. Con il secondo, Enrico Letta, oggi l'incontro per firmare accordi commerciali a Trieste. Con Giorgio Napolitano un pranzo di lavoro in cui si è parlato, ancora, di Siria ma anche di Maghreb e nucleare iraniano. A Roma però è ora meno dolce la vita, l'amico Berlusconi è stretto fra processi e decadenza, accanto la stabile compagna Francesca Pascale, nessun mobile a cui dare un nome né un passaporto diplomatico da chiedere, assicura il Cavaliere, solo un menu «strettamente patriottico» per la cena fra due vecchi sodali «che si è protatta ieri fino a tarda notte» dice oggi Berlusconi. Che riferisce di un Putin «incredulo, allibito e scandalizzato per quello che mi sta accadendo».

Putin ha incontrato ieri anche un altro ex primo ministro, Romano Prodi, in veste di emissario speciale Onu per la regione del Sahel. «Tutti sono capaci di parlare con San Francesco. È parlare con il lupo che è un problema. E poi bisogna dire che Putin negli ultimi mesi ha sbloccato molti problemi internazionali» . Così Prodi a Radio Capital sulle polemiche legate agli incontri dello zar con le autorità italiane. Il presidente russo, ricorda Prodi, «ha spiazzato la diplomazia internazionale aiutando gli Stati Uniti nel caso delle Siria» e «avuto una grande intelligenza politica quando Obama si era impegnato per un intervento militare ma gli Stati Uniti non volevano fare un'altra guerra: Putin ha offerto una ottima via d'uscita nel grande stile della diplomazia russa». Ricorda poi che da un buon rapporto fra Roma e Mosca dipendono centinaia di migliaia di posti di lavoro italiani.

Prodi con Putin non ha parlato di problemi interni alla Russia «perché non era il mio mestiere in quel momento, lo avevo fatto in altre occasioni in passato e avevamo discusso anche bene...». Ci sono state comunque «forti diversità di vedute sul problema dell'Ucraina e sui rapporti fra Ue e Russia»: «Ho detto a Putin: l'Ucraina è veramente un ponte naturale, che senso ha litigare quando ci sono le possibilità di accordo? L'Europa dipende dalla Russia per l'energia ma la Russia non può diventare un paese interamente moderno se non ha un legame con l'Europa».

Mentre Putin ieri andava dal Papa con un corteo di auto e ministri a Trieste fioccavano i ''chiuso per Putin'' alle vetrine dei negozi della zona rossa vietata anche ai pedoni. E un attivismo diffuso rinfaccia allo "zar" la repressione del dissenso: dagli ambientalisti bloccati in Russia alle Pussy Riot ridotte al silenzio e alla galera. Sempre ieri, il sito del Cremlino pubblicava la legge che vieta la promozione di servizi medici o pratiche tradizionali per abortire, ultimo sforzo per restringere l'accesso all'interruzione volontaria di gravidanza, non per far piacere a Francesco quanto «per tentare di aumentare un tasso di natalità stagnante» chiarisce l'agenzia Ria Novosti (Nel 900 solo Stalin bandì l'aborto dal 1936 al 1954 - sempre per incentivare le nascite - dopo che l'Unione Sovietica fu il primo Paese a legalizzarlo nel 1920).

Greenpeace intanto Italia lancia un appello per prosciogliere il gruppo Arctic 30, accusati di vandalismo, prima in carcere ora liberi su cauzione. Striscioni con messaggi ''Liberate Cristian'' e ''Free the Arctic 30'' davanti al Vaticano, Palazzo Chigi e al Quirinale dove si terranno gli incontri (Cristian d'Alessandro è l'attivista italiano e uno dei membri dell'equipaggio dell'Arctic Sunrise che rischia ancora una pena di sette anni di carcere in Russia e sei giorni fa è stato rilasciato su cauzione assieme ad altri attivisti che però non sanno quando potranno tornare a casa perché le accuse sono rimaste in piedi).

Un blitz femminista nella chiesa di San Lorenzo al Verano ricorda le ragazze che hanno inscenato una protesta punk nella cattedrale di Mosca ora in carcere (la leader Nadia è stata trasferita in un carcere nell'Est Siberia). «Sputiamo su Putin. La rivolta è fica. Free Pussy Riot» era scritto su uno striscione che chiede la liberazione del gruppo. «Oggi, 25 novembre, è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Le istituzioni incontrano Putin e il Papa lo riceve in Vaticano. Noi invece esprimiamo la nostra solidarietà per le Pussy Riot e tutte le persone perseguitate in Russia per il proprio orientamento sessuale» è il comunicato del gruppo femminista «Cagne sciolte».

In vista dell'incontro, Letta a suo modo ha ieri fatto presente il problema culturale e politico: al quotidiano russo Rossiyskaya Gazeta dice che l'Italia rappresenta valori come la «tolleranza» e «multiculturalismo» ed è un paese in cui culture e nazionalità diverse convivono.

Oggi nella Trieste invasa dall'intelligence e sicurezza russa - un centinaio di agenti oltre gli 80 in città dalla scorsa settimana - anche una manifestazione per i diritti degli omosessuali e contro l'accanimento legislativo del governo di Mosca: madrina l'ex deputato di Rifondazione comunista, Vladimir Luxuria. «C'è un vento violento e gelido che viene dall'Est, un vento di repressione e di silenzio sui diritti umani. Trieste deve rimanere una porta che apra al dialogo e non alla repressione» dice Luxuria al presidio di protesta appoggiato da 40 sigle e associazioni a poca distanza dalle sedi del summit tra Letta e Putin. In piazza circa duecento persone, bandiere e striscioni, un grande telo di 100 metri quadrati con i colori dell'arcobaleno, simbolo dei temi Lgbt, colonna sonora il "Lago dei Cigni" di Petr Cajkovskij, isolato per la sua omosessualità nella Russia zarista dell'800, ballata dal gay Rudolf Nureyev.


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