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Questo articolo è stato pubblicato il 27 novembre 2013 alle ore 08:54.
L'ultima modifica è del 27 novembre 2013 alle ore 18:20.

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Angela Merkel (Reuters)Angela Merkel (Reuters)

Salario minimo, pensioni più generose, pedaggio autostradale solo per gli stranieri e possibilità di doppia cittadinanza per i figli degli immigrati. Sono i capitoli più rilevanti dell'accordo raggiunto in Germania per una Grande Coalizione. I cristianodemocratici della cancelliera Angela Merkel e i socialdemocratici hanno siglato mercoledì all'alba l'intesa per un Governo di larghe intese che potrebbe nascere prima di Natale. Sempre che i 474mila iscritti alla Spd approvino, con referendum, il patto siglato dai vertici del partito dopo oltre un mese di serrate trattative. Tratto distintivo del programma: l'incremento della spesa - 23 miliardi di euro in quattro anni - con una nutrita agenda di investimenti in infrastrutture e istruzione ma nessun aumento delle tasse. Sull'Europa, Cdu e Spd hanno ribadito la linea della stabilità finanziaria, senza alcuna apertura a forme di mutualizzazione del debito.

Nelle elezioni del 22 settembre la Cdu di Merkel e il partito gemello bavarese, la Csu, hanno ottenuto un trionfo, il miglior risultato dal 1990, con il 41,5% dei voti, fermandosi tuttavia a soli cinque seggi dalla maggioranza assoluta. E, avendo perso l'alleato liberale che non ha superato la soglia di sbarramento, la Cdu-Csu ha dovuto rivolgersi all'opposizione. La riluttanza dei socialdemocratici dopo l'esperienza di larghe intese del 2005-2009 da cui uscirono con il peggior risultato elettorale della loro storia è stata superata grazie a generose concessioni su lavoro e pensioni e a una parziale retromarcia rispetto alla flessibilità contrattuale introdotta negli anni 90 dalle riforme Hartz.

Più investimenti
Il programma di coalizione prevede un aumento della spesa di 23 miliardi di euro, la metà delle inziali richieste della Spd che ha dovuto anche rinunciare a un aumento delle aliquote fiscali sui redditi più alti. Le due linee rosse della cancelleria sono infatti state "nessun incremento delle tasse né del debito". E la Germania, grazie ai surplus che ha accumulato e accumelerà nei prossimi anni, e grazie a una crescita rivista al rialzo, può permettersi spesa aggiuntiva. «Siamo entrati nelle trattative con richieste molto diverse per questo sono durate un po'» ha dichiarato Merkel durante la conferenza stampa congiunta con gli alleati Horst Seehofer e Sigmar Gabriel. Ma, ha sottolineato, le promesse elettorali sono state mantenute: finanze solide e nessun ritocco delle imposte. Il traguardo sarà un maggiore benessere sociale entro il 2017 e il raggiungimento della piena occupazione con l'abbattimento del tasso di senza lavoro, già nel 2014 ,al 6,8 per cento. Per stimolare la domanda interna il Governo di larghe intese stanzierà 23 miliardi aggiuntivi di spesa che saranno distribuiti tra pensioni, infrastrutture, istruzione, ricerca. I partiti hanno deciso di destinare il 3% del Pil agli investimenti in ricerca; quasi sei miliardi all'estensione delle scuole a tempo pieno e degli asili nido; cinque miliardi alle infrastrutture. Un programma che secondo Gabriel dovrebbe contenere il «crescente antieuropeismo»in Germania come in altri Paesi europei perché le nuove leggi avvantaggeranno soprattutto la gente che «lavora duramente».

Salario minimo e lavoro
La Spd ha ottenuto l'introduzione del salario minimo a 8,50 euro, cavallo di battaglia della campagna elettorale, una novità destinata a cambiare profondamente il modello di lavoro nel Paese. L'introduzione della paga minima avverrà gradualmente, dal 2015, ma non distinguerà tra land dell'Ovest, più ricchi, e dell'Est. Ci saranno tuttavia eccezioni, in una prima fase, per tutti gli accordi collettivi già in vigore. Fino al 2016, quando il salario minimo sarà obbligatorio per tutti. Le stime dicono che circa sei milioni di lavoratori dipendenti, pari al 17% del totale, ricevono oggi una paga oraria inferiore. Con questa modifica la Germania, che finora non ha regolato per legge il salario minimo demandanolo unicamente alle parti sociali, salirà ai primi posti della classifica europea dei salari più elevati dietro a Lussemburgo, Francia, Belgio e Olanda.
L'accordo limita le assunzioni temporanee introdotte dalle liberalizzazioni del mercato del lavoro tra la fine degli anni Novanta e il Duemila. Le aziende infatti non potranno più assumere dipendenti a termine per oltre 18 mesi e dopo nove mesi dovranno corrispondere loro salari uguali a quelli dei lavoratori a tempo indeterminato.
Infine, l'accordo introduce le quote rosa nelle società quotate che dal 2016 dovranno riservare alle donne il 30% dei posti nel board.

Pensioni
Vengono riconosciuti contributi figurativi alle madri in età da pensione : l'incremento dei trattamenti a favore delle donne che hanno interrotto l'attività lavorativa per accudire i figli era una delle promesse elettorali di Angela Merkel. I socialdemocratici hanno chiesto e ottenuto di più: potranno andare in pensione senza alcuna riduzione dell'assegno a 63 anni invece che a 67 coloro che hanno maturato almeno 45 anni di contributi. Inoltre viene stabilita a 850 euro la pensione minima. Un netto passo indietro rispetto all'innalzamento dell'età pensionistica varata anche dalla Germania per far quadrare i conti di fronte all'invecchiamento della popolazione e alla riduzione della forza lavoro attiva. I conti, infatti, rischiano di non quadrare nel medio termine, come pronosticano molti osservatori. Se per il momento i maggiori costi verranno compensati da iniezioni di denaro pubblico (circa 2 miliardi) e dai "cuscinetti" di surplus accumulati in questi anni dai fondi pensione, a breve un ritocco alle aliquote contributive potrebbe essere l'unica soluzione.

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