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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2013 alle ore 10:57.
L'ultima modifica è del 30 novembre 2013 alle ore 11:04.

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(Afp)(Afp)

Continua la protesta a Kiev dove l'opposizione era nuovamente scesa in strada ieri nel cuore della città per protestare contro lo stop dell'Accordo di Associazione e di Libero Scambio con l'Unione Europea, deciso dal governo del presidente filo-russo Viktor Yanukovich. All'alba uomini delle forze speciali Berkut, in assetto antisommossa, hanno usato manganelli e granate stordenti per dipendere centinaia di manifestanti filo-europei radunati nella principale piazza della città. Secondo il deputato dell'opposizione Andriy Shevchenko nei tafferugli ci sono stati numerosi feriti e decine di arrestati:«L'Ucraina non aveva mai visto nulla di simile». Ed è l'agenzia Itar-Tass a dare i numeri dello scontro: 33 arresti e decine i feriti tra i 1.000 o 1.500 attivisti che erano rimasti in piazza a protestare.

Nel frattempo anche Arseni Iatseniuk, capogruppo del partito Patria di Iulia Timoshenko, ha chiesto le dimissioni del ministro dell'Interno Vitali Zakharcenko. Nove anni fa, fra il 2004 e il 2005, la stessa piazza era stata teatro della Rivoluzione Arancione che vide all'epoca sconfitto proprio Yanukovich.

L'ambasciatore statunitense in Ucraina Geoffrey Pyatt, ha condannato l'uso della forza contro i manifestanti. Ieri Pyatt, parlando alla radio Voice of America, aveva rimarcato che la libertà di parola e di stampa sono principi fondamentali per gli Usa e che il rispetto di quei valori é tra i pilastri delle relazioni strategiche tra gli Stati Uniti e l'Ucraina, avvertendo che deviare da tali principi avrebbe avuto gravi conseguenze.

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