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Questo articolo è stato pubblicato il 01 dicembre 2013 alle ore 15:12.
L'ultima modifica è del 01 dicembre 2013 alle ore 16:47.

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«Non stiamo dicendo ora non più larghe intese, tutti a casa. Non stiamo dicendo questo. Ci sono cose giuste e banali che da 20 anni in Italia non si fanno. Queste tre cose riusciamo a farle o no?». Così Matteo Renzi, a Pesaro, parlando di riduzione dei costi della politica, lavoro ed Europa della crescita. «Siamo stati ad assistere a quello che faceva lui» ha continuato Renzi riferendosi a Silvio Berlusconi, «ma non è lui che ci detta l'agenda».

Franceschini: non vedo rischio spaccatura se vince Renzi
«Non vedo un rischio di spaccatura» del Partito democratico in caso di vittoria di Matteo renzi alle primarie: «Cuperlo é una persona di grande responsabilità, é molto intelligente, sta facendo una buona campagna per le primarie. Dopo l'otto dicembre, dal giorno dopo bisogna lavorare insieme». Lo ha detto Dario Franceschini, ministro dei Rapporti con il Parlamento, all'Arena. E parlando di Grillo: «Quello che mi spaventa é questa intolleranza che Grillo alimenta costantemente per prendere voti», ha detto Franceschini. «So che non farà cadere il governo, lo pungolerà dall'esterno. C'è un'intesa tra Enrico e Matteo, sono amici da tanti anni», ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento. Renzi «guiderà il partito e Letta il governo» in un anno, il 2014, fondamentale per le Riforme.

Voglio un Pd senza paura
«Voglio un Pd - ha sottolineato in un altro passaggio del suo discorso - che non ha paura, non un partito rannicchiato», ma un partito «fatto da persone leali», che ritrovi anche la capacità di scoprire una politica «difficile e complicata, certo, ma anche allegra, che abbia una visione di futuro. Vediamo se riusciamo tutti a cambiare gioco, a cambiare verso a questo Paese».

Il Pd torni a parlare al mondo del lavoro
«Un partito che si chiama di sinistra, il Pd, non può fare il partito del lavoro soltanto ai convegni». Così Matteo Renzi, che da Pesaro ha lanciato un appello affinché «il Pd torni a parlare con il mondo del lavoro, che oggi non lo vota più». Il sindaco di Firenze propone al governo un pacchetto di misure. «Non possiamo aspettare il 2014 parlando solo di noi», ha detto strappando l'applauso delle circa mille persone che gremivano il Teatro Rossini. «I lavoratori autonomi, i precari, gli operai, i disoccupati - ha sottolineato - ci considerano ormai il terzo partito, dopo il Movimento 5 Stelle e Forza Italia. O prendiamo atto di questo e ci facciamo qualche domanda, oppure la parola sinistra continuerà a risuonare solo nei convegni».

Preoccuparsi dei giovani e degli over 40 che hanno perso il lavoro
La disoccupazione, ha proseguito Renzi, continuerà a crescere anche perché «non abbiamo più capitali dall'estero, i nostri imprenditori sono subissati di tasse, hanno un costo dell'energia superiore del 30% alla Germania, e un sistema di regole incomprensibile: Tia, Tares, Iuc, dateci tregua... e diteci cosa dobbiamo pagare, poi basta». Il sindaco di Firenze vorrebbe un Pd capace di «preoccuparsi di chi garanzie non ne ha: i giovani, certo, ma anche di una fascia di persone, e ce ne sono in tutte le aziende, che a 48, 50, 52 anni si sente dire che lavoro non ce n'è più e che sono troppo giovani per andare in pensione». E ha detto poi: «mi fa male vedere il dolore che c'è in quegli occhi, sentirmi dire, e i sindaci lo sanno bene, 'come faccio a guardare mio figlio tornando a casa'».

Credere nell'istruzione
«La priorità più grande è tornare a credere nell'educazione, nell'istruzione, è la sfida educativa», ha detto Matteo Renzi a un gruppo di insegnanti, genitori e bambini, in piazza con cartelli e striscioni nella 'Giornata dei servizi all'infanzia', che chiedevano una nuova legge sulla continuità educativa per i bimbi da zero a sei anni.

Servono un milione di contatti per voltare pagina
«Un milione di contatti per voltare pagina». Ha fissato l'asticella della partecipazione minima alle primarie del Pd il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, parlando in occasione del suo tour per le primarie per l'elezione del segretario del partito. «Sabato scendete in piazza, del resto meglio che in campo - ha detto rivolto ai simpatizzanti -. Servono un milione di contatti, mille tavolini, mille volantini, per voltare pagina».

A Pesaro siparietto col grillino pentito
Breve intermezzo, nel Teatro Rossini di Pesaro, tra il candidato segretario del Pd Matteo Renzi e un elettore "pentito" del Movimento 5 stelle, che aveva alzato la mano alla domanda di Renzi su quanti fossero gli elettori di Grillo in sala. «L'ho votato, ma non lo voto più», ha detto un signore dalla platea, e Renzi di rimando: «Oggi c'è il Vaffa day, ma anche lo stesso Grillo dice 'non sono riuscito a fare niente'». E prosegue: «voleva cambiare il Paese, la politica, ma si è accorto che il sistema è totalmente bloccato. I parlamentari 5 stelle se ne stanno sul tetto e io gli ho detto più volte scendete di un piano, il piano giusto è di sotto».

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