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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2013 alle ore 14:24.
L'ultima modifica è del 03 dicembre 2013 alle ore 15:31.

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(Ansa)(Ansa)

Tali padri, tali figli. Sempre che non sia vero il contrario: l'iniziativa della Juventus di rimpiazzare gli ultras bianconeri con 12mila bambini si è trasformato in un boomerang per la Vecchia Signora. La società dovrà pagare 5mila euro per i «cori ingiuriosi» rivolti dai baby ultras al portiere dell'Udinese, Zeljko Brkic. I giovanissimi tifosi, età massima 14 anni, hanno accompagnato tutti i rinvii dell'estremo difensore friulano con un coro («mer..!») inchiodato dalle prove audio.

Lo spettacolo, segnalato in corso d'opera dai telecronisti, non era previsto dalla società: due curve di voci bianche che sommergono di insulti l'avversario, come e quanto gli "esempi" del pubblico più caldo. L'età media, sulla carta, era al di fuori di ogni sospetto: bambini di elementari e medie in curva nord, allievi delle scuole calcio nati tra 2000 e 2007 nella sud. Per carità: niente a che vedere con l'atmosfera di routine, tra fumogeni, cori razzisti e scontri a fine gara. Ma nel loro piccolo, i neo tifosi hanno seguito alla lettera il repertorio di chi ha 10, 20 o 30 anni in più: fischi alla lettura della formazione avversaria, «chi non salta interista è» e qualche vaffa di troppo. È l'insulto fisso a Brkic che ha fatto scattare l'ammenda, resa nota oggi dal Giudice Sportivo. L'iniziativa era stata promossa dalla società come risposta al tifo scorretto, dopo la squalifica delle zone a rischio dello Stadium per cori razzisti contro il Napoli.

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