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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2013 alle ore 11:30.
L'ultima modifica è del 03 dicembre 2013 alle ore 13:10.
Palermo è penultima, al 106esimo posto, scesa di 7 posizioni rispetto al 2012. «Colpa dell'inflazione e delle librerie chiuse», titola la Repubblica Palermo, spiegando che «hanno inciso gli spazi culturali negati ai cittadini». Mentre il sindaco, Leoluca Orlando, commenta: «È stata fotografata una situazione creata da chi ci ha preceduto, abbiamo trovato una città assolutamente invivibile e stiamo cercando di risolvere i guasti…».
Contesta la classifica anche il presidente della Provincia di Nuoro e dell'Unione Province sarde, Roberto Deriu. Tra le Province sarde la prima in classifica è Nuoro che va al 40° posto su 107, guadagnando 13 posti. «Evidentemente la rilevazione del Sole 24Ore non tiene conto della felicità delle persone. Perchè qui non siamo felici e le cose vanno male. La gente soffre e le prospettive sono pessime. Queste statistiche fotografano un quadro irreale. La crisi che si sta vivendo in Sardegna è terribile ed ulteriormente aggravata dall'alluvione».
E a Torino, 52esima ma scesa di 9 posizioni, il sindaco Piero Fassino ha risposto in consiglio comunale ad una comunicazione urgente in merito all'indagine: «Ho l'impressione che queste statistiche vadano prese un po' con le molle sia quando dicono bene, sia quando dicono meno bene... Come tutti oggi ho letto le tabelle ma francamente mi convincono poco per i parametri che vengono assunti».
Non è d'accordo neppure il presidente della Provincia di Imperia, Luigi Sappa, sul 70esimo che vede Imperia ultima in classifica tra le province del Nord: «Bisogna rivedere i parametri che portano ai vari capitoli, perché la fotografia che esce dal dossier non rispecchia la realtà»'.
A Perugia, crollata di 27 posizioni al 50esimo posto, l'assessore provinciale Domenico De Marinis ha commentato che «la ricerca obbliga tutti noi a riflettere sui dati dai quali, tra luci e ombre, risulta evidente che è necessario lavorare in maniera sinergica per tornare almeno ai livelli precedenti».
Il parmense «ha registrato un calo generale, e questo deve far riflettere tutta la provincia riguardo alla futura agenda politica, ma ci sono dati positivi da non sottovalutare: nell'ultimo anno è migliorata nel tenore di vita, quindi nel benessere generale». Così il sindaco di Parma Federico Pizzarotti ha commentato la classifica che vede la provincia ducale al 16esimo posto a livello nazionale, in arretramento però di 10 posizioni rispetto al 2012.
La Gazzetta di Reggio Emilia, che ha perso tre posizioni ma si colloca comunque al 14esimo posto, mette in evidenza il crollo della sicurezza e rimarca di essere stati superati anche dai "cugini" modenesi. Il vicesindaco Ugo Ferrari constata che la città fa i conti con la crisi ma non è ferma, mentre l'assessore alla Coesione sociale e alla sicurezza, Franco Corradini, ricorda che «le zone più ricche sono anche le più esposte all'aggressione dei malavitosi».
Esultano per contro altre città "premiate" dall'indagine. La pagina di Siena de La Nazione dà voce al sindaco Bruno Valentini, che plaude al quinto posto ottenuto dalla città, in calo però di tre posizioni: «Chi individuava le difficoltà del Monte dei Paschi e della Fondazione come cause di una crisi definitiva della nostra città, si sbagliava…». Il Corriere Adriatico titola "La vita è bella.
A Macerata di più" commentando il balzo di 21 posizioni, fino all'ottava, della città marchigiana. «Frutto di anni di sforzi e incessanti fatiche», scrive il quotidiano, riportando il commento del sindaco Romano Carancini, al colmo della soddisfazione.
Il Piccolo di Trieste mette in evidenza i buoni risultati ottenuti da tutte e quattro le province del Friuli-Venezia Giulia, specialmente da Gorizia, risalita di 25 posizioni fino al 14esimo posto. «È un dato che fa piacere – commenta il sindaco di Gorizia, Ettore Romoli – anche se queste ricerche vanno valutate con cautela… Possono altresì rappresentare un'occasione di riflessione e approfondimento sui settori e sulle voci sottoposti a rilevazione per verificarne il reale impatto sulla qualità della vita».
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