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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2013 alle ore 11:50.
L'ultima modifica è del 04 dicembre 2013 alle ore 13:41.

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Consulta verso l'ammissibilità del ricorso sul Porcellum. Nella seduta di questa mattina i giudici della Corte costituzionale hanno avviato l'esame della questione di costituzionalità sollevata sulla legge elettorale. La seduta, ora sospesa, riprenderà attorno alle 16. È possibile, ma non è scontato, che una decisione arrivi in giornata.

Ricorso su tre punti
Per tutta la giornata di ieri si sono accavallate voci di rinvio dell'udienza a gennaio, poi sono stati gli stessi giudici costituzionali a far filtrare la notizia che il presidente Gaetano Silvestri ha fissato la camera di consiglio per questa mattina per «l'esame delle questioni di legittimità poste sulla legge elettorale in vigore». Con ogni probabilità, dunque, già oggi i giudici renderanno pubblica la loro decisione di ammettere il ricorso, che si concentra in tre punti: premio di maggioranza del 55% che scatta indipendentemente dai voti raccolti, differenza di attribuzione del premio tra Camera (nazionale) e Senato (regione per regione) e liste bloccate.

Le ipotesi sul tavolo
Per quanto riguarda la decisione di merito, oltre alla possibilità pur sempre in campo di una decisione già oggi, le soluzioni più probabili sono due: i giudici potrebbero già oggi decidere nel merito ma rimandando a più in là la pubblicazione della sentenza in modo da far scattare solo allora gli effetti giuridici. In questo modo il Porcellum rimarrebbe formalmente in vigore ancora per qualche settimana per dare modo al Parlamento di intervenire nel solco della decisione dei giudici costituzionali. L'altra soluzione in campo resta quella dell'accoglimento dell'ammissibilità del ricorso rimandando a gennaio tutta la decisione di merito. Sempre per dare al Parlamento l'opportunità di intervenire nel frattempo, in una sorta di "garbo istituzionale".

Quanto al merito, in base al ricorso che ieri il giudice relatore Giuseppe Tesauro ha illustrato dando poi la parola agli avvocati promotori del ricorso (in testa l'avvocato ottantenne Aldo Bozzi arrivato in qualità di cittadino-elettore fino in Cassazione da qui alla Consulta), le possibili soluzioni restano le tre già illustrate su queste colonne: la disapplicazione di fatto del Porcellum, che farebbe rivivere la legge precedente, ossia il Mattarellum con cui si è votato dal 1994 al 2001; un intervento sul solo premio che porterebbe a un proporzionale puro con liste bloccate; un intervento sia sul premio sia sulle liste bloccate che porterebbe a un proporzionale puro con le preferenze.

Grasso sprona i partiti a trovare un'intesa
Va da sé che tutto il mondo politico, dopo il fallimento del tentativo di accordo in extremis in commissione Affari costituzionali del Senato, guarda con trepidazione alla giornata di oggi. Il presidente del Senato, Pietro Grasso, intervenendo alla presentazione del libro fotografico dell'Ansa 2013 assieme al premier Enrico letta, ha preso atto dell'impasse ed è tornato a spronare i partiti: «Se lo stallo continuerà non esiterò un attimo a sostenere il trasferimento di questo tema alla Camera». Senato o Camera, è oramai chiaro che la questione investe direttamente il governo e che il premier dovrà farsi mediatore tra le forze politiche in campo proponendo lui stesso una soluzione, forse già nel discorso programmatico che farà in Parlamento l'11 dicembre dopo aver incontrato il probabile neo segretario del Pd Matteo Renzi.

Governo in campo
Insomma, il governo è ormai ufficialmente in campo. E il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini sta lavorando in queste ore a una possibile mediazione tra le due proposte forti ora sul tavolo: da una parte il doppio turno di coalizione (la proposta D'Alimonte–Violante) che non dispiace ad Angelino Alfano e al suo ministro Gaetano Quagliariello, dall'altra il Mattarellum corretto rilanciato ultimamente da Renzi. La mediazione possibile è il ritorno in campo del doppio turno di collegio alla francese, storica proposta del Pd. Vero che il centrodestra ha sempre posto il veto sia sui collegi uninominali che sul doppio turno. Ma le storiche resistenze potrebbero essere superate nella nuova situazione politica, come conferma lo stesso Quagliariello: «Collegio o preferenza, un turno o due turni, tutto va bene purché la legge sia coerente con l'impianto istituzionale».

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