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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2013 alle ore 07:38.
L'ultima modifica è del 03 dicembre 2013 alle ore 08:35.

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Il commissario europeo per gli Affari economici e monetari Olli Rehn accusa l'Italia di non rispettare l'obiettivo sulla riduzione del debito. In un'intervista alla Repubblica,«L'Italia deve rispettare un certo ritmo di riduzione del debito, e non lo sta facendo. Per farlo, lo sforzo di aggiustamento strutturale avrebbe dovuto essere pari a mezzo punto del Pil e invece è solo dello 0,1%. Ed è per questo motivo -avverte il commissario Ue- che l'Italia non ha margini di manovra e non potrà invocare la clausola di flessibilità».

«Per quanto riguarda il deficit - dice ancora Rehn, - l'Italia è in linea, anche se di poco, con il criterio del 3% e questo ha consentito al Paese di uscire dalla procedura per deficit eccessivo, che è importante per la sua credibilità sui mercati finanziari».
Sulla Legge di stabilità messa a punto da Roma, il vicepresidente della Commissione europea afferma di aver preso nota «delle buone intenzioni del governo italiano su privatizzazioni e spending review, ma lo scetticismo è un valore profondamente europeo e io ho il preciso dovere di restare scettico, fino a prova del contrario. In particolare per quanto riguarda i proventi delle privatizzazioni e i loro effetti sul bilancio del 2014».

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