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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2013 alle ore 12:43.
L'ultima modifica è del 03 dicembre 2013 alle ore 15:43.

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Via libera del Governo al nuovo Isee. Nell'Indicatore della situazione economica peseranno di più la casa e il patrimonio. Sarà infatti considerato il valore degli immobili rivalutato ai fini Imu (invece che Ici) mentre sarà ridotta la franchigia della componente mobiliare (si veda Il Sole 24 Ore di oggi). In caso di perdita del lavoro o di cassa integrazione, ma comunque di una riduzione del reddito superiore al 25%, sarà possibile aggiornare il proprio Isee. Il decreto della presidenza del Consiglio oggi ha ottenuto il via libera del Consiglio dei ministri. La soluzione è stata adottata dal Governo «per affrontare lo scandalo dei finti poveri», ha spiegato il premier Enrico Letta nel corso della conferenza stampa al termine della riunione a palazzo Chigi. Semaforo verde dell'Esecutivo anche al decreto sulla cosiddetta Terra dei fuochi: viene introdotto il reato di combustione illecita di rifiuti.

Isee: meno autocertificazioni
Con il nuovo Isee solo una parte dei dati sarà autocertificata, mentre i dati fiscali più importanti come il reddito complessivo e quelli relativi alle prestazioni ricevute dall'Inps saranno compilati direttamente dalla pubblica amministrazione. Per valutare in modo completo la condizione economica delle famiglie, ha ricordato il ministro Giovannini, «con l'Isee riformato saranno incrociate le diverse banche dati fiscali e contributive, saranno integrati dati e prestazioni a livello nazionale e locale». Inoltre «la riforma prevede non solo una definizione più ampia del reddito ed un maggior peso della situazione patrimoniale, ma anche una forte attenzione alle famiglie più numerose e alle diverse condizioni di disabilità. Questa riforma - ha concluso Giovannini - rappresenta anche un tassello fondamentale per sviluppare politiche efficaci di contrasto alla povertà, come quelle basate sul Sostegno dell'inclusione sociale attiva (Sia)».

Decreto «Terra dei fuochi»: la mappatura delle aree inquinate
Il Cdm ha dato il via libera anche al decreto sulla Terra dei fuochi. Dopo l'allarme sulla contaminazione dei terreni agricoli campani e su eventuali pericoli per la salute umana di alcuni prodotti agroalimentari di quella regione, spiega un comunicato della presidenza del Consiglio, il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), l'Istituto superiore di sanità e l'Agenzia regionale per la protezione ambientale in Campania (Arpa Campania) svolgeranno le indagini tecniche per mappare le aree interessate da fenomeni di inquinamento. I possessori dei terreni devono consentire l'accesso per le indagini scientifiche; altrimenti vengono inseriti nella lista "no food". Alla fine di questa indagine verranno predisposte delle limitazioni nei terreni inquinati.

Inquinamento ambientale: stretta sul piano delle sanzioni
Il provvedimento prevede una stretta sul piano delle sanzioni. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate è punito con la reclusione da due a cinque anni. Se viene appiccato il fuoco a rifiuti pericolosi, si applica la pena della reclusione da tre a sei anni. Se i delitti sono commessi nell'ambito dell'attività di un'impresa, o comunque di un'attività organizzata, la pena é aumentata di un terzo.
La pena è aumentata se i fatti sono commessi in territori che, al momento della condotta e comunque nei cinque anni precedenti, siano o siano stati interessati da dichiarazioni di stato di emergenza nel settore dei rifiuti (è il caso della Campania). Se per la commissione dei delitti sono utilizzati mezzi di trasporto, si applica la confisca. Alla sentenza di condanna consegue la confisca dell'area sulla quale è commesso il reato, se di proprietà dell'autore o del compartecipe al reato, fatti salvi gli obblighi di bonifica e ripristino dello stato dei luoghi.

Obbligo di informazione sulle terre inquinate
Il secondo articolo del dl sulla Terra dei Fuochi estende «l'obbligo informativo previsto dall'art. 129 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale a fattispecie di reato in cui i fatti comportino delle conseguenze pregiudizievoli sull'ambiente, sulla salute e sulla qualità dei prodotti agroalimentari al fine di favorire un corretto raccordo tra l'Autorità giudiziaria e le amministrazioni competenti ad adottare i provvedimenti eventualmente ritenuti opportuni e necessari». Così, si legge in una sintesi resa nota dal ministero dell'Ambiente, «se durante un'inchiesta si viene a sapere di un interramento di veleni, di uno sversamento illegale, i magistrati informeranno direttamente le istituzioni locali di quello che accade in modo tale da provvedere immediatamente all'adozione delle iniziative di competenza (per esempio l'inibizione della distribuzione oppure le bonifiche)».

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