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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2013 alle ore 11:36.
L'ultima modifica è del 04 dicembre 2013 alle ore 12:16.

Il Parlamento si assuma la responsabilità di considerare l'indulto non necessario. È il messaggio lanciato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervenuto
a un convegno su amnistia e indulto al Senato. Il Parlamento, ha spiegato il capo dello Stato, «deve avere un senso di responsabilità necessario per dire che vuole fare un indulto oppure prendersi la responsabilità di considerarlo non necessario sapendo che a maggio scade la raccomandazione della Corte dei diritti di Strasburgo». «Il Parlamento -ha concluso Napolitano - è assolutamente libero di fare le sue scelte: il mio messaggio non è un prendere o lasciare».

Grasso: stop a leggi "cancerogene" per l'emergenza carceri
Al convegno è intervenuto anche il presidente del Senato Piero Grasso. Stop a leggi "cancerogene" che creano nuove reati e contribuiscono al sovraffollamento delle carceri, ha affermato: «Abbiamo leggi che io definisco "carcerogene", perché creano nuovi reati e determinano altri condannati che poco senso ha tenere nei penitenziari piuttosto che in strutture diverse di sostegno». Provvedimenti, quest'ultimi, rispetto ai quali «il Parlamento italiano è sovrano» in quanto si tratta di scelte che «per il loro rilievo istituzionale e il loro impatto sulla tutela dei diritti umani devono sfuggire alle logiche maggioritarie che accompagnano l'ordinario procedimento legislativo».

Presto in Aula al Senato Ddl per pene alternative
Grasso annuncia che il disegno di legge con la delega al governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili é stato comunicato alla presidenza del Senato il 21 novembre e che «al più presto sarà portato in aula». Il tutto è in linea con la direzione indicata dal capo dello stato nel messaggio al parlamento del 7 ottobre.

Affrontare il tema della custodia cautelare
«Dobbiamo poi affrontare il tema della custodia cautelare - continua Grasso - : se quasi la metà dei detenuti é "in attesa di giudizio" é perché i processi da noi arrivano a durare 10, 12 anni. Il tema dei tempi della giustizia é basilare anche per dare certezza all'esecuzione della pena. In questo io ho spesso proposto di bloccare il decorso della prescrizione nel momento in cui inizia il processo, e altre piccole riforme in questo senso tra cui l'improcedibilità per tenuità del fatto».

Sulla riforma della giustizia non mancherà il mio impegno attivo
«Nella mia veste di presidente del Senato - conclude - non posso entrare nel merito delle scelte che il parlamento sarà chiamato a compiere rispetto all'amnistia e all'indulto. Mi limito però a richiamare la vostra attenzione sull'esigenza di considerare la riforma della giustizia come una componente essenziale di questo confronto«.

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