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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2013 alle ore 19:02.
L'ultima modifica è del 04 dicembre 2013 alle ore 22:04.

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«La Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale delle norme della legge n. 270/2005 che prevedono l'assegnazione di un premio di maggioranza, sia per la Camera dei deputati che per il Senato della repubblica, alla lista o alla coalizione di liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito, almeno, alla camera, 340 seggi e, al Senato, il 55% dei seggi assegnati a ciascuna regione».

È quanto si legge in una nota della Consulta. «Le motivazioni - spiega la nota - saranno rese note con la pubblicazione della sentenza, che avrà luogo nelle prossime settimane e dalla quale dipende la decorrenza dei relativi effetti giuridici».

«Parlamento può approvare nuove leggi elettorali»
«Resta fermo che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali», ha affermato la Consulta, dopo aver bocciato il Porcellum.

Berlusconi: Consulta organismo politico della sinistra
Silvio Berlusconi non commenta direttamente la sentenza, ma chiosa alla presentazione dell'ultimo libro di Bruno Vespa: «la Corte costituzionale è un organismo politico della sinistra».

Epifani: subito nuova legge elettorale
Il segretario del Pd Guglielmo Epifani chiede ora un'accelerazione del Parlamento per varare la nuova legge elettorale. «La decisione della Consulta era ampiamente attesa, anche se è sempre bene aspettare di leggere le motivazioni. Noi l'avevamo detto. Ora la si smetta di mettere freni di ogni tipo e nel tempo più rapido possibile si arrivi a una nuova legge per assicurare correttezza della rappresentanza e il principio di governabilità»

Renzi: torna legge elettorale della prima Repubblica
Mentre Matteo Renzi non nasconde un certo disappunto: «Politicamente con questa sentenza della Corte costituzionale cambia poco, ma tecnicamente la legge elettorale che torna in vigore è quella prima del referendum del 1993, è quella della Prima Repubblica. Se vogliono far finire questi vent'anni tornando indietro, mi sembra una scelta discutibile», commenta il sindaco di Firenze, candidato alle primarie del Pd di domenica prossima.

Alfano: decisione ottima,ora non più alibi o pretesti
Quella della Consulta sulla legge elettorale per Angelino Alfano è invece «una decisione ottima». «A questo punto non ci sono più pretesti, non c'è più alibi per alcuno: si deve procedere con urgenza a cambiare la legge elettorale»

Franceschini: spinta ulteriore riforma
Positivo anche il commento di Dario Franceschini, ministro per i rapporti con il Parlamento per il quale la decisione della Corte Costituzionale sul Porcellum «spinge ancora di più il Parlamento ad approvare una legge elettorale che funzioni e dia stabilità al Paese».

Grillo: si torni al Mattarellum e subito al voto
Controcorrente invece Beppe Grillo. Il leader del M5S invoca elezioni anticipate con il ritorno al Mattarellum. «I partiti, Letta e Napolitano non hanno più nessuna legittimità. Sono figli illegittimi della Repubblica. Si torni al Mattarellum, si sciolgano le Camere e si vada al voto. Non ci sono alternative», dice l'ex comico.

Ok commissione Senato a comitato ristretto
A sorpresa, intanto la commissione Affari costituzionali del Senato ha istituito oggi un "comitato ristretto" per l'esame della legge elettorale. A quanto si è appreso, la proposta è partita dalla relatrice del testo, Doris Lo Moro (Pd), ed é stata approvata con l'astensione di due membri dell'M5S e di Loredana De Petris di Sel. È invece uscita dall'aula in segno di dissenso per quello che é stato considerato «un blitz» la senatrice renziana Isabella De Monte. Due giorni fa era stata sconvocata la commissione che doveva esaminare un odg della Lega per il ritorno al Mattarellum

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