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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2013 alle ore 06:38.

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MILANO
Un sistema più preciso, un vestito il più possibile "su misura" della condizione economica effettiva dei cittadini, che si rivela mediamente più severo con le proprietà di case, conti correnti e titoli. Ma è anche più attento ad aiutare le famiglie numerose e i disabili, cioè i primi utenti dei servizi di welfare.
La filosofia ispiratrice del nuovo Isee, l'indicatore della «situazione economica equivalente» che misura reddito e patrimonio delle famiglie per modulare su questa base l'accesso ai servizi e le loro tariffe, emerge chiara dal confronto con i parametri utilizzati fino a oggi.
Se i controlli incrociati e i database telematici servono a superare i tanti difetti dell'autocertificazione, l'evoluzione dei parametri si concentra sulle tante variabili che determinano il "benessere" della famiglia, con una griglia di indicatori che prova a passare dalla vecchia fotografia sgranata a una radiografia precisa della condizione dei cittadini.
In generale, le nuove regole fanno entrare tutte le voci di reddito e danno un peso maggiore al patrimonio. Sul primo versante, il calcolo si allarga a tfr, introiti da cedolare secca sugli affitti, assegni sociali e indennità, ma introduce uno sconto generale per dipendenti e pensionati: l'abbattimento è del 20%, fino a una detrazione massima di 3mila euro per i dipendenti e di mille per i pensionati.
Per la casa, l'effetto è dato dal passaggio dai valori Ici a quelli Imu, che sono più alti del 60%: il meccanismo prevede l'abbattimento di un terzo, ma il confronto fra vecchie franchigie e nuovi parametri di calcolo determina un aumento del peso degli immobili. L'unica eccezione è data dalle case di valore fiscale modesto oppure da quelle gravate per una grossa parte dal mutuo, che riescono a entrare nella nuova franchigia che azzera i conti degli immobili fino a 52.500 euro.
Per i conti correnti, diminuiscono le franchigie (cioè le quote di patrimonio escluse dal calcolo), e cambia il criterio di calcolo: a pesare non sarà più solo il dato del conto o del deposito rilevato al 31 dicembre ma, se è superiore, la consistenza media nel corso dell'anno, a meno che siano stati effettuati investimenti significativi.
Per le famiglie in affitto, quelle numerose e quelle con componenti disabili (cioè per la platea più importante per i tanti servizi disciplinati dall'Isee), le notizie sono positive. Il nuovo meccanismo, mentre amplia le voci di reddito rilevate, si dimostra decisamente più attento a modulare sconti e franchigie per questi profili.
Questa logica informa tutto il sistema e ricompare in più punti del decreto. L'esenzione per le case di basso valore, per esempio, si alza di 2.500 euro per ogni figlio e un meccanismo simile si rivolge alle case in affitto: la detrazione generale collegata alle spese del canone sale a 7mila euro (contro i 5.164,6, cioè i vecchi 10 milioni di lire, previsti fino a oggi), ma cresce ancora di 500 euro per ogni figlio successivo al secondo. I figli, anche in questo caso in misura più significativa quelli dal terzo in poi, aumentano anche le detrazioni sul patrimonio mobiliare, avvicinandole progressivamente a quelle, più generose, previste fino a oggi.
Quando un componente della famiglia è disabile, l'Isee poi è destinato ad abbassarsi in modo significativo. La riforma introduce una franchigia che oscilla da 4mila a 7mila euro a seconda del grado di disabilità (o da 5.500 a 9.500 euro nel caso di minori) e permette di far uscire dal calcolo tutte le spese sostenute per i collaboratori domestici che assistono i non autosufficienti. Uno sconto aggiuntivo, fino a 5mila euro, scatterà poi con le spese mediche e di assistenza specifica per i disabili.
gianni.trovati@ilsole24ore.com
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La «pagella»
CASA DI PROPRIETÀ
Nell'indicatore contano i valori Imu dell'abitazione di proprietà, superiori del 60% rispetto a quelli dell'Ici. Il valore viene abbattuto di un terzo, ma rimane più alto rispetto al vecchio. Come nel vecchio sistema, dal valore viene sottratto il debito residuo del mutuo, ma è cancellata l'alternativa di detrarre 51.645 euro. Non entra nell'Isee una casa di valore fino a 52.500 euro ( più 2.500 per ogni figlio)
CASA IN AFFITTO
Aumenta di oltre un terzo, arrivando a 7mila euro contro i 5.164,6 previsti dal vecchio sistema, la detrazione per le spese di affitto, che devono essere contenute in un contratto registrato di cui si dichiarano gli estremi.

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