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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2013 alle ore 19:40.
L'ultima modifica è del 06 dicembre 2013 alle ore 19:43.

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"Via i 148 abusivi dal Parlamento". Su questo slogan da oggi si è saldato l'asse tra Forza Italia e Movimento 5 stelle sulla legge elettorale. Da quando, mercoledì scorso, la Consulta ha dichiarato incostituzionale il premio di maggioranza del Porcellum, il presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta sottolinea che i 148 onorevoli attribuiti grazie a quel premio sono altrettanto illegittimi e dovrebbero lasciare la Camera. Oggi anche Grillo ha sposato questa tesi e si appresta a pubblicare sul suo sito l'elenco completo dei 148.

«I 148 deputati di centrosinistra eletti con il premio di maggioranza giudicato incostituzionale dalla Consulta devono andare a casa» ha scritto oggi sul suo blog il leader del Movimento 5 stelle Beppe Grillo, annunciando una campagna diretta all'espulsione dal Parlamento dei 148. «La loro elezione - spiega Grillo - non è stata convalidata e a questo punto non può più esserlo. Lo dice anche Piero Alberto Capotosti, presidente emerito della Corte costituzionale, che ha ricoperto tale ruolo nel 2005». «Chi sono questi 148 deputati di pdmenoelle, sel e centro democratico che occupano abusivamente lo scranno parlamentare? Presto sul blog pubblicheremo i loro nomi e i loro volti. Fuori gli abusivi dal Parlamento!», conclude Grillo.

Intanto si rincorrono i pareri di vari costituzionalisti sulla legittimità o meno del Parlamento.

La precisazione della Consulta
In questo contesto, la Consulta ha ritenuto opportuno fare chiarezza. Ed ha deciso di intervenire con un comunicato del suo stesso presidente. Sugli effetti della sentenza sulla legge elettorale, «la Consulta si è già ufficialmente espressa con gli ultimi due capoversi del comunicato del 4 dicembre» sottolinea Gaetano Silvestri. Tradotto, il presidente vuol mettere in chiaro che gli effetti giuridici della sentenza decorrono dalla sua pubblicazione (nelle prossime settimane) e che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi. Ancora, Silvestri ci tiene a precisare che «l'Organo di Giustizia costituzionale si esprime unicamente attraverso i propri atti collegiali e le dichiarazioni ufficiali del suo presidente» e che quindi «ogni altra dichiarazione o opinione, manifestata in qualunque diversa forma, non è in alcun modo riferibile alla Corte e non ne riflette il pensiero».

Nuove polemiche
Ma le polemiche non si arrestano. Il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri attacca: «Il presidente della Corte costituzionale, Silvestri, può smentire il fatto che la Consulta abbia votato al suo interno per l'ipotesi di ripristino del Mattarellum? Se ciò fosse vero, anche tenendo conto di ciò che hanno detto presidenti emeriti della Corte come De Siervo, si sarebbe verificato un fatto inaudito, incredibile e difficilmente compatibile con il ruolo e le funzioni della Corte costituzionale». «Non ci risulta –aggiunge ancora Gasparri - che la Corte sia un'assemblea legislativa . È vero o non è vero? E come si è comportato il giudice Mattarella, che ho sempre stimato come politico, ma che se avesse partecipato a una votazione del genere, sostenendo la legge che porta il suo nome, avrebbe realizzato un conflitto d'interesse clamoroso. Silvestri parli. O conferma, o smentisce. E se conferma si apre un'altra storia».

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