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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2013 alle ore 10:43.
L'ultima modifica è del 06 dicembre 2013 alle ore 11:24.

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Dmitri Medvedev (LaPresse)Dmitri Medvedev (LaPresse)

Kiev non ha firmato l'accordo di associazione con l'Unione europea semplicemente perché «non è pronta» e lo ha fatto «in conformità con la Costituzione, senza alcuna violazione». Lo ha dichiarato il premier russo Dmitri Medvedev, in un'intervista televisiva in diretta, in cui oggi fa il punto sull'anno che si conclude.«La decisione su dove debba collocarsi l'Ucraina e cosa debba fare, deve essere presa dall'Ucraina stessa. È una loro prerogativa», ha dichiarato il primo ministro, allontanando così le critiche di chi ha visto la mano di Mosca nel dietrofront sulla firma dell'accordo che avrebbe avvicinato Kiev a Bruxelles.

Medvedev ha però ammesso che la Russia «non è indifferente a quello che succede». «Inoltre - ha aggiunto - l'Ucraina è un partner commerciale importante per noi, come noi per l'Ucraina». «Non siamo contrari all'integrazione dell'Ucraina con qualcuno, ma devono calcolare a cosa questo porterà», ha poi ammonito il capo di governo russo. «I nostri partner ucraini - ha spiegato Medvedev - hanno valuto e capito che in questo momento non sono pronti e non hanno firmato l'accordo». «Hanno preso la loro decisione in conformità con la Costituzione e senza alcuna violazione», ha spiegato il premier, concludendo: «Quella di oggi è una situazione difficile».

Il premier russo ha ribadito anche la necessità di «non interferire» negli eventi in corso in Ucraina e ha puntato il dito contro politici stranieri che hanno preso parte alle proteste di piazza in corso nel Paese. «Di tutti questi problemi devono occuparsi la leadership e la società ucraina, non gli stranieri, né la Russia», ha ammonito Medvedev. «Arrivano i nostri partner a livello di ministri degli affari Esteri e non solo vanno a parlare con il governo e l'opposizione, cosa normale, - ha spiegato - ma vanno anche a manifestazioni che si svolgono contro le regole vigenti per l'organizzazione di riunioni di massa». «Partecipare a tali eventi - ha denunciato - può essere definito solo un'interferenza negli affari interni». Il riferimento implicito era al segretario generale dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa Lamberto Zannier e al capo della diplomazia tedesca Guido Westerwelle, che in visita a Kiev si sono uniti ai dimostranti sulla piazza Indipendenza, occupata da domenica dopo un manifestazione che ha raccolto oltre 100.000 persone, contro la decisione del presidente Yanukovich di rimandare la firma dell'accordo di associazione con l'Ue.

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