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Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2013 alle ore 11:56.
L'ultima modifica è del 07 dicembre 2013 alle ore 12:52.

Betlemme viene tradotto come "casa del pane" in ebraico o "casa della carne" in arabo e, oltre a essere il luogo in cui Maria diede alla luce Gesù, fu il luogo di nascita di Re Davide e il sito della sua consacrazione da parte di Samuele. Entrare nella Chiesa della Natività può non essere facile nel periodo natalizio e occorre mettere in conto code: la parte interna della chiesa è in fase di restauro e l'accesso ai sotterranei, dove si travano la locanda e la grotta in cui nacque Gesù, avviene a rilento. Ma, di sicuro, è un'attesa che vale la pena. Le pareti nude delle due grotte sottostanti evocano atmosfere antiche e sacre. La cripta è lunga circa 12 metri e larga 3,5 e nella grotta ci sono due zone distinte. La prima è il luogo in cui, secondo la tradizione cristiana, è nato Gesù, dove il punto esatto è simbolicamente segnato da una stella d'argento in cui è incisa, in latino, la frase «Qui dalla Vergine Maria è nato Cristo Gesù». Sopra la stella, ma non immediatamente sopra, sono sospese alcune lampade. La proprietà esclusiva di questa parte della grotta, così come del resto della basilica (a parte uno spazio riservato alla Chiesa apostolica armena) è della Chiesa greco-ortodossa. La seconda è il luogo in cui era situata la mangiatoia in cui Maria avrebbe deposto il bambino Gesù subito dopo la nascita. La proprietà esclusiva di questa parte della grotta è dei Padri Francescani della Custodia di Terra Santa. Attenzione: i biglietti per la Messa di Natale di mezzanotte nella chiesa della Natività vanno prenotati entro il 17 dicembre con accesso al seguente sito.
Gerusalemme
Descrivere Gerusalemme e i luoghi da non perdere è quasi impossibile, dato che da sola vale almeno una settimana di permanenza. L'energia che emana dalla Città sacra fa da contraltare alle mille contraddizioni dell'unico sito sulla terra sacro per cristiani, ebrei e musulmani, dove la competizione si respira negli stretti vicoli antichi e i rituali dei credenti vanno a braccetto con la rigida divisione di ruoli tra le varie branche del cristianesimo. In nessun luogo, in Israele, i contrasti sono così appariscenti come a Gerusalemme. Archi romani, fossi bizantini, mura crociate e bastioni ottomani ne fanno un mosaico unico al mondo. La basilica del Santo Sepolcro è indubbiamente il luogo più visitato della Terra Santa, ma non pensate di immergervi in un'atmosfera di pace e spiritualità: come in tutta la città, si respira un'energia positiva ma caotica al tempo stesso, i visitatori entrano ed escono a migliaia, ogni sito della basilica è supervisionato e affidato alle cure di una specifica corrente religiosa e guai a chi invade il territorio altrui (la competizione tra greci ortodossi e cattolici è particolarmente sentita): basti pensare che le chiavi della Basilica sono state affidate a una famiglia musulmana, per l'impossibilità di accordarsi tra loro da parte dei cristiani. Per entrare nel Santo Sepolcro bisogna mettere in conto code di ore, per permanere all'interno circa 30 secondi; leggermente più veloce l'accesso all'altare del Golgota. Da non perdere le varie stazioni della Via Crucis o Via Dolorosa, i percorsi nei vari suk (quelli cristiano, musulmano, armeno) della Old city, la vista dal Monte degli Ulivi, il quartiere ebraico-ortodosso, il Castro (cioè i resti dell'antica via romana). E, naturalmente, il Western Wall, chiamato Muro del pianto o, meglio, il Muro delle meditazioni (per gli ebrei, il luogo più vicino a Dio), i resti del muro dell'antico tempio di Salomone distrutto dai romani. Cercate di evitare di visitare Gerusalemme il sabato (shabbat) perché tutta la parte ebraica è chiusa e non è possibile scattare foto, per esempio, nell'area del Western Wall. Se si ha tempo, da non perdere la visita ai sotterranei del Western Wall o una vista d'insieme dall'alto della spianata. Il Santuario del libro ospita i Rotoli del Mar morto, che hanno duemila anni e il Museo dell'Olocausto è una delle mete più visitate.
Le iniziative per le festività natalizie vanno a sommarsi alle decine di eventi che già si svolgono quotidianamente e tutte le chiese celebreranno messe la Vigilia e il giorno di Natale (per info).
Tel Aviv
Sarebbe davvero un'occasione persa non dedicare un paio di giorni a Tel Aviv, una città sorprendente e al di là delle aspettative. Da sola, la Promenade -cioè il lungomare di circa sette chilometri che si dipana dal porto (da non mancare, per l'atmosfera dei ristorantini e dei negozi e perché vi si svolge parte della vita cittadina, insieme all'area di Rotschild Boulevard) fino all'antica Jaffa - è un'esperienza da vivere: camminare, correre o prendere una bici pubblica a noleggio, con affaccio sulle diverse spiagge della città, mangiare pesce o frutti di mare nei bistrò o anche solo godersi il tramonto. Jaffa è un tuffo nel passato, sembra di venire catapultati in un bel paesino della Provenza, tra atelier artistici, gallerie d'arte, gioiellerie di manufatti armeni, ristoranti ospitati in strutture antiche, vicoli cosparsi di porte preziose e targhe blu cobalto. Il "suk", ovvero il Carmel market, è invece perfetto per comprare souvenir, ma non solo: in nessun altro posto al mondo vedrete una tale diversità biologica di frutta e verdura, presentate in ordine impeccabile come in una mostra. Da non perdere, i succhi di melograno spremuti al momento, da mixare eventualmente con arancia e pompelmo; oppure una puntata gastronomica attraverso i famosi falafel e l'hummus. Il Carmel Market sbuca in una delle zone dei famosi edifici, tutelati dall'Unesco, Bauhaus: nella città ve ne sono più di 4mila, la cosiddetta "white city", alcuni totalmente da ristrutturare, altri restaurati ad arte. Si tratta di uno stile di architettura (international style) importato negli anni Trenta da architetti tedeschi ebrei immigrati nel Territorio britannico di Palestina in seguito alla salita al potere del nazionalsocialismo. E di notte, Tel Aviv non dorme ed è un gioco passare da un pub a un'enoteca, partendo da Rotschild Boulevard.
Chissà, dunque, se alla fine di questo viaggio sarete tra quel 40% di visitatori che non si accontenta di una volta sola e ritorna. Non solo per vedere, ma per "sentire". Sentire la terra da cui si dice tutti proveniamo.
I link utili
www.goisrael.com
www.israele-turismo.it
www.elal.co.il/elal/english/states/italy/
www.cicts.org
http://cicts.org/default.asp?id=739
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