La classifica delle 10 linee peggiori d'Italia per i pendolari
La classifica delle linee peggiori d'Italia, fatta da Legambiente in base a situazioni oggettive e proteste da parte dei pendolari, accomuna molte linee in Italia e rispecchia quanto poco Regioni e governi abbiano fatto nel corso degli ultimi anni.
1. Le 10 linee ferroviarie peggiori per i pendolari / La Circumvesuviana
(Ansa)
In una delle linee pendolari più frequentate della Campania – con oltre 100mila utenti ogni giorno – la riduzione delle corse in due anni è stata di oltre il 40% (dal 2011 al 2013) e, se non bastasse, continui disagi al servizio hanno caratterizzato tutto il 2013 con continue soppressione di corse. Per i pendolari della Circumvesuviana diventa sempre più difficile entrare nelle carrozze e in tanti stanno abbandonando il treno per tornare all'automobile.
I tagli effettuati in questi anni stanno provocando enormi disagi ai cittadini dell'Hinterland napoletano, ma anche la sicurezza si sta rilevando problematica, con il deragliamento di un treno (il 18 settembre scorso) che viaggiava ad una velocità troppo elevata in curva, incidenti con automobili al passaggio a livello (il primo agosto 2013). I disagi riguardano anche le stazioni, dove sono state chiuse 22 biglietterie, e l'affollamento sempre più insostenibile delle banchine di attesa.
I treni in dotazione risultano estremamente vecchi: 83 costruiti negli anni '70, 35 costruiti all'inizio degli anni '90 e 24 costruiti nel 2008/09, ma attualmente inutilizzati per difetti strutturali. Dei 142 treni in dotazione, ne circolano giornalmente 40-43, mentre ne servirebbero 92. La Campania è probabilmente la Regione in cui oggi sono più gravi i disagi per i pendolari, a partire dalle linee Cumana e Circumflegrea. I treni anche qui sono vecchi e insufficienti (più di 40 anni di media), solo 11-12 circolano ogni giorno, scesi a 2 quest'estate, mentre ne servirebbero 16 per garantire il servizio giornaliero. Le stazioni sono fatiscenti, abbandonate e vandalizzate, per buona parte sprovviste di biglietteria o di obliteratrici.
La frequenza delle corse è di un treno ogni 20 minuti, ma i ritardi sono all'ordine del giorno come le soppressioni che arrivano a quasi il 50% dei treni giornalieri, spesso accompagnati dagli scioperi del personale, che per mesi non ha ricevuto stipendio, e dei casellanti che durante la primavera hanno causato numerosi disservizi, come la chiusura delle stazioni dove ci sono passaggi a livello.
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