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Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2013 alle ore 14:55.
L'ultima modifica è del 10 dicembre 2013 alle ore 18:27.

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Rossana Podestà in una foto del dicembre 2011 (Ansa)Rossana Podestà in una foto del dicembre 2011 (Ansa)

È morta oggi a Roma, a 79 anni, l'attrice Rossana Podestà. Nata a Tripoli il 20 giugno del 1934, debutta sul grande schermo appena sedicenne, con "Domani è un altro giorno" di Leonide Moguy. Dopo una breve parentesi come ragazza-copertina, dagli anni Sessanta si dedica completamente al cinema: risalgono a quell'epoca film come 'Guardie e ladrì di Steno e Mario Monicelli (1951), "Gli angeli del quartiere" di Carlo Borghesio (1952), 'Le ragazze di San Fredianò di Valerio Zurlini (1954).

Sono gli anni in cui il cinema italiano scopre il peplum, e il fascino e l'eleganza di Rossana (vero nome Carla Dora) la rendono regina induscussa di questo genere di film d'ambientazione storico-mitologica. Nel 1953 l'attrice viene lanciata sul mercato internazionale, prima con 'La rete del messicanò di Emilio Fernandez, poi con il kolossal 'Elena di Troià di Robert Wise (1956) in cui riesce a soffiare il ruolo da protagonista a Liz Taylor.

Ma la vera svolta arriva grazie all'incontro con il regista e produttore Marco Vicario, che diventerà suo marito. Con Vicario l'immagine di Rossana cambia radicalmente, diventando una femme fatale in abiti d'alta moda al volante di auto sportive. Sarà così nel grande successo commerciale "I sette uomini d'oro" (1965), diretto e prodotto da Vicario, che avrà sequel meno fortunati. A metà degli anni Ottanta, finito il matrimonio con Vicario, si ritira a vita privata con Walter Bonatti. Inizia così una liaison amorosa che dura trent'anni, fino al 14 settembre 2011, giorno della scomparsa del grande alpinista, esploratore e scrittore.

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