Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2013 alle ore 08:35.
L'ultima modifica è del 10 dicembre 2013 alle ore 20:09.

My24

Le parole del leader Obama
Troppi leader nel mondo sono «solidali con la lotta di Mandela per la libertà, ma non tollerano il dissenso dal proprio popolo». Lo ha detto Barack Obama nel suo discorso alla commemorazione per Mandela. E poi ha ricordato che quando uscì dal carcere, Nelson Mandela si comportò «come Lincoln e tenne insieme il suo paese che rischiava di spaccarsi». Obama ha anche paragonato Mandela ai «padri fondatori dell'America» e a Martin Luther King per la sua lotta contro l'ingiustizia razziale. «Ci sono troppi leader - ha aggiunto Obama - che rivendicano la solidarietà con la lotta di Madiba per la libertà ma che non tollerano il dissenso da parte del loro popolo. Ci sono troppe persone tra noi che rimangono in disparte, al comodo, nel cinismo, quando invece le nostre voci devono essere ascoltate». Mandela, ha detto ancora Obama, è stato un «gigante della storia». Il presidente Usa ha poi descritto il leader della lotta all'apartheid come «l'ultimo grande liberatore del ventesimo secolo. Come Gandhi, ha condotto un movimento di resistenza cominciato con poche possibilità di successo. Come King, ha dato voce agli oppressi». Mandela da molti è visto come un'icona, ma secondo Obama «Madiba non vorrebbe questo ritratto per la sua vita. Ha condiviso con noi dubbi e paure. "Non sono un santo, a meno che non pensiate che un santo sia un peccatore che continua a provare" diceva», ha ricordato Obama.

La folla e la cerimonia per Madiba
Oltre 100mila sudafricani si stanno muovendo verso lo stadio di Soweto dove si svolgerà la cerimonia per "Madiba". Tutti gli stadi della metropoli sudafricana, dove continua a piovere, sono stati presi d'assedio dalle prime luci dell'alba, con lunghe code per entrare. Le autorità hanno allestito maxi schermi, come anche su alcune delle principali piazze della città e del paese. Sventolando bandiere sudafricane, avvolti in coperte o stoffe nere, gialle e verdi con le parole "Mandela per sempre", neri e bianchi ballano sotto gli ombrelli, cantando "il figlio è andato" o "Mandela non dorme, sta pregando". Alcuni intonano "siyaya Pitoli" (andiamo a Pretoria), una canzone con cui veniva chiesta la sua liberazione quando era il prigioniero politico più famoso del mondo, prima di diventare il primo presidente nero del paese. I muri di Johannesburg sono tappezzati di manifesti con il volto sorridente de e la scritta «We love you». Molti cartelloni pubblicitari elettronici della città trasmettono immagini con il programma delle celebrazioni organizzate per questa settimana.

Il programma della cerimonia e il trasferimento della salma
La cerimonia, trasmessa in tutto il mondo, è iniziata alle 10 e durerà quattro ore. Dopo l'inno nazionale e le preghiere interconfessionali, sono intervenuti l'amico Andrew Mlangeni, detenuto per molti anni con Mandela a Robben Island, la famiglia e le organizzazioni internazionali, con il Segretario generale della Nazioni Unite, Ban Ki-moon, e il presidente della Commissione dell'Unione africana, Nkosazana Dlamini-Zuma. Quindi è stata la volta del presidente americano Barack Obama, cubano Raul Castro, brasiliano Dilma Rousseff, della Namibia Hifikepunye Pohamba, dell'India Pranab Mukherjee e del vicepresidente cinese Li Yuanchao, seguiti dal discorso del presidente sudafricano Jacob Zuma e dal sermone del prete metodista Ivan Abrahams. Al termine della cerimonia, la salma dell'eroe della lotta all'apartheid sarà esposta per tre giorni presso la sede del governo a Pretoria, con processioni al mattino per le strade della capitale. Sabato la salma sarà trasferita nel piccolo villaggio di Qunu, nel sud-est rurale del paese, terra degli antenati Xhosa di Mandela, dove domenica sarà sepolta accanto ai genitori e a tre dei suoi figli, con una cerimonia in cui il culto cristiano sarà mischiato a quello xhosa.

Putin: Mandela come Gandhi e Solzhenitsyn
L'autorevolezza di Nelson Mandela come umanista «può certamente essere paragonata a quella del Mahatma Gandhi e di Alexander Solzhenitsyn». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, aggiungendo: Mandela «è stato un amico del nostro popolo». Secondo il leader del Cremlino, è stata l'Unione Sovietica che «ha sostenuto i paesi africani nella loro lotta contro la segregazione razziale e per la giustizia e la democrazia nel modo più attivo» e «relazioni speciali, molto calde e di fiducia si sono sviluppate tra le nostre nazioni». La visita di Mandela in Russia del 1999 diede un nuovo impulso alle relazioni tra i due Paesi. Putin ha sottolineato che una dichiarazione di partenariato strategico tra la Russia e il Sud Africa è stata firmata durante quella visita. «Continueremo a seguire questo principio per sviluppare ulteriormente le nostre relazioni con il Sudafrica, che è uno dei paesi membri Brics» come la Russia. «Tutte le condizioni necessarie per la cooperazione sono state create», ha detto Putin. Mandela ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 1993. Secondo Putin Mandela «è stato sicuramente uno dei leader mondiali più importanti del 20esimo e 21esimo secolo». Putin ha visitato l'Ambasciata del Sud Africa a Mosca , dove ha firmato un libro di condoglianze, aperto dopo la morte di Mandela .

Shopping24

Dai nostri archivi