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Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2013 alle ore 19:15.

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Nell'attuale quadro economico e sociale «non è più sufficiente evocare lo sciopero generale come unica modalità in cui si determina il conflitto sul tema del lavoro». Lo ha detto, in un passaggio del suo intervento ad un convegno sulla rappresentanza nel lavoro e nella politica, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. «Lo sciopero generale non è più sufficiente - ha spiegato poi a margine del convegno - in una situazione di grande difficoltà» come quella attuale in cui «bisogna fare i conti con la difficoltà economica dei lavoratori, con le tante differenze tra chi ha lavoro, chi è in cassa integrazione e chi è disoccupato».

Ecco perché «l'idea di una forma che riguarda solo una parte del mondo del lavoro non è più sufficiente». In seconda battuta, ha precisato ancora Camusso, «in una stagione complicata come questa, in cui la Cgil di scioperi generali ne ha fatti molti, bisogna interrogarsi sulla possibilità di avere forme altrettanto efficaci e non esclusive, che abbiano la capacità - ha concluso - di identificare l'elemento di unificazione del mondo del lavoro».

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