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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2013 alle ore 11:50.
L'ultima modifica è del 12 dicembre 2013 alle ore 17:17.
Un primato che sa di beffa e che rende ancora più amaro il risultato raggiunto sul campo. Il Napoli esce dalla Champions League con un bottino di 12 punti raccolti nella fase a gironi, frutto di quattro vittorie quattro e di tanti applausi. Non era mai successo nella storia del massimo torneo continentale che una squadra venisse accompagnata alla porta pur vantando un tal carico di letizia. Gli uomini agli ordini di Rafa Benitez sono stati protagonisti di un percorso a dir poco straordinario. Il sorteggio di fine agosto a Montecarlo aveva consegnato al Napoli tanta preoccupazione e pochi sorrisi - perché se capiti nel girone con due corazzate quasi inaffondabili come Borussia Dortmund e Arsenal non puoi rallegrarti più di tanto – eppure col passare delle settimane il timore aveva lasciato posto alla fiducia.
Il traguardo, partita dopo partita, pareva alla portata. Insomma, si poteva fare. Battere l'Arsenal e sperare che il Marsiglia trovasse l'entusiasmo e l'orgoglio per fermare il Borussia davanti al proprio pubblico, ecco cosa serviva ieri sera. Difficile, certo, ma non impossibile. Il pubblico del San Paolo ha cullato il sogno per 87 minuti di gioco. Poi, la doccia fredda, anzi, ghiacciata. Borussia in gol e Marsiglia ko. Napoli fuori dalla Champions, tra le lacrime dei suoi giocatori e l'ovazione, meritatissima, dei tifosi sugli spalti.
In vent'anni di Champions a gironi, soltanto otto squadre non sono riuscite a staccare il tagliando per gli ottavi con 10 punti. L'ultima, il Benfica nell'edizione in corso, superata al fotofinish da un Olympiakos più fortunato che bello. Ma a quota 12 proprio no, nessuno pensava fosse possibile incassare la retrocessione in Europa League. Il Napoli di Benitez ha firmato una Champions da copertina. Ha messo alle corde prima il Borussia Dortmund, vicecampione d'Europa soltanto pochi mesi fa, poi l'Arsenal stellare di Wenger, lepre in Premier League e colma di ottimi giocatori.
Nel mezzo, le due vittorie sull'Olympique Marsiglia, la sorpresa in negativo della fase a gironi, l'unica formazione ad aver chiuso a zero punti. Sei sconfitte in sei partite. Gli amanti del baseball la chiamerebbero "manifesta inferiorità" ed è proprio da questi numeri che prende forma la delusione del presidente De Laurentiis. «Cambiare i gironi? Io ho chiesto di cambiarli, ma fin quando ci sarà Platini non cambierà niente», spiega il numero uno del club partenopeo a gara conclusa. Alcuni la chiamano ingiustizia, altri meccanismo diabolico. Eppure, almeno sulla carta, tutto torna.
L'Uefa decide e dispone sulla base del ranking, un sistema che mette in fila le squadre europee per mezzo dei risultati conseguiti nelle competizioni continentali (e in parte in quelle nazionali) negli ultimi cinque anni. Una tessera a punti, tanto per intendersi. Che parte da un presupposto semplice semplice: più fai bene in Europa, più in alto sali in graduatoria. Ma soprattutto, più ti avvicini alle prime della classe più hai la possibilità di incassare un posto al sole nei sorteggi.
Nella classifica dei club stilata dall'Uefa al termine della stagione 2012-13, che è stata presa come riferimento imprescindibile per stabilire le quattro fasce di merito in cui sono state inserite le 32 società che hanno preso parte alla fase a gironi della Champions in corso, il Napoli figurava in 46esima posizione, il Dortmund in 31esima, l'Arsenal in sesta e il Marsiglia, udite udite, in 16esima, davanti a squadroni come Psg, Juventus, Manchester City, Tottenham e Liverpool, tanto per citare le più blasonate. Perché?
Perché pur avendo raccolto la miseria di 6350 punti nel 2012-13 (secondo in Ligue 1, ma fuori ai gironi in Europa League), il Marsiglia aveva fatto molto bene nei due anni precedenti (ottavi e quarti di Champions League). Al contrario del Napoli, cenerentola sul palcoscenico internazionale, e pure del Dortmund, che ha ripreso a fare la voce grossa a spasso per il continente soltanto dalla scorsa stagione. Ecco spiegato perché nell'urna di Montecarlo l'Arsenal è stato inserito in prima fascia, il Marsiglia in seconda, il Borussia in terza e il Napoli in quarta. La sorte, poi, ha fatto il resto. De Laurentiis invoca giustizia e Platini non ascolta. Ieri il Milan è passato agli ottavi con 9 punti messi da parte in un girone tutt'altro che impossibile. Mentre il Napoli precipita in Europa League pur avendone fatti 12 in un gruppo che conta almeno due favorite alla vittoria finale. L'Uefa dice che va tutto bene, ma sono ormai in tanti a pensarla diversamente.
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