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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2013 alle ore 08:50.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 11:09.

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Cantieri dimezzati e occupazione ai minimi storici. Gli edili protestano con otto ore di sciopero e quattro manifestazioni in città simbolo del comparto come Milano, Napoli, Roma e Palermo, alzando la voce per chiedere rispetto e garanzie a tutela di uno dei settori più colpiti dalla crisidegli ultimi anni. Difficoltà che hanno reso il percorso di rinnovo del contratto nazionale di categoria (scaduto da un anno) lungo e accidentato, fino alla rottura dello scorso 21 novembre e la conseguente dichiarazione di sciopero da parte dei sindacato.

«Comprendiamo lo sconforto dei lavoratori, ma le imprese sono stremate – ha affermato ieri il presidente dell'Ance Paolo Buzzetti –. È ora che il governo accetti la nostra proposta di rivedere il sistema di contribuzione dell'edilizia che è il più caro in assoluto e non garantisce stipendi adeguati ai nostri lavoratori. Il settore – ha aggiunto – è allo stremo: i sindacati sanno bene che le imprese chiudono a decine ogni giorno e assieme a loro stiamo cercando di gestire questa crisi epocale con ogni strumento a disposizione, facendo ricorso a tutti gli ammortizzatori sociali e, in extrema ratio, alle inevitabili procedure di licenziamento». Tra le priorità, la controparte datoriale indica la necessità di «rivedere il sistema di contribuzione che fa sì che le imprese non riescano più a sostenere costi così alti a fronte di stipendi così bassi. Abbassiamo i 10 punti in più di oneri e diamoli ai lavoratori – aggiunge l'Ance –, smettiamola di penalizzare la casa con un sistema fiscale iniquo e in continuo cambiamento e promuoviamo insieme il nuovo accordo Abi e Cdp per far ripartire i mutui alle famiglie». Ai lavoratori invece, spiegano i sindacati in un comunicato, Ance e cooperative hanno proposto «un aumento salariale di zero euro e l'eliminazione di fatto dell'indennità professionale edile, istituto contrattuale che garantisce il riconoscimento economico dell'anzianità di mestiere».

La distanza tra le parti è enorme. «Non si è mai visto – ha detto ieri Walter Schiavella, segretario della Fillea, chiudendo la manifestazione di Roma, in piazza Santi Apostoli – un contratto dove siano i lavoratori a restituire i soldi alle imprese». Anche per Domenico Pesenti, segretario della Filca, intervenuto a Milano «le proposte di Ance e Coop per il rinnovo del contratto sono un'inaccettabile provocazione. Ad un anno dalla scadenza del contratto e dopo tanti incontri siamo ancora a zero: zero aumento salariale; zero rispetto dell'anzianità professionale, con abbassamento della qualità della formazione professionale e della sicurezza». Il segretario di Feneal Massimo Trinci, dal palco di Napoli, ha sottolineato «la necessità per il settore di riprendere a crescere attraverso nuovi modelli. L'edilizia ha bisogno di liquidità e di lavoro – ha detto –, ma anche di un diverso sviluppo che punti a sostenibilità e qualità. Se l'Ance, come continua a sostenere da tempo, vuole tutto questo, inizi a fare la sua parte garantendo un confronto vero per il rinnovo del contratto, per un lavoro sicuro e dignitoso e per un adeguato aumento salariale».

( M.Me.)

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