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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2013 alle ore 16:49.

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Edoardo Zanchini, vice presidente Legambiente (Imagoeconomica)Edoardo Zanchini, vice presidente Legambiente (Imagoeconomica)

I treni sono diminuiti, non perché siano stati sostituiti dai nuovi ma perché sono stati tagliati, e quindi quelli rimasti sono sempre più affollati. E per i pendolari il servizio offerto non fa che peggiorare. E' la foto, in sintesi scattata dal Legambiente nel Rapporto Pendolaria sulla situazione del trasporto pubblico locale. Dal 2009, mentre i passeggeri aumentavano del 17%, le risorse statali per il trasporto regionale si sono ridotte del 25%.

Un esercito di 3 milioni di persone al giorno

Oggi in Italia sono quasi 3 milioni le persone che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare o a studiare e di loro non si occupa nessuno. Nonostante i clamorosi tagli alle risorse imposti dalla crisi negli ultimi anni, per la politica nazionale, la questione della mobilità pendolare è chiaramente inesistente. Il rapporto Pendolaria 2013 di Legambiente, sulla situazione e gli scenari del trasporto ferroviario pendolare in Italia. Alla conferenza stampa hanno partecipato Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente, Erasmo D'Angelis, sottosegretario alle infrastrutture, Ermete Realacci, presidente della commissione trasporti della Camera e Vincenzo Soprano, amministratore delegato di Trenitalia. «La situazione dei pendolari - ha spiegato Zanchini - dopo i tagli di questi anni è sempre più grave. Proprio in un momento di crisi economica come quello che stiamo attraversando, bisogna occuparsi di un fenomeno sociale di queste dimensioni, perché è anche la crisi ad obbligare tante persone a spostarsi sui mezzo pubblici per risparmiare. Sono 670mila i pendolari lombardi, per esempio, e 560mila quelli del Lazio: su alcune linee è come se ogni mattina si spostassero tutti gli abitanti di una città come Arezzo o Ancona. Per tutta risposta, negli anni sono state ridotte le corse e chiuse anche molte biglietterie nelle stazioni a fronte di aumenti delle tariffe non giustificati da alcun miglioramento».

Dalla riorganizzazione del settore 465mila nuovi posti di lavoro

«Senza un cambiamento nelle politiche e nelle risorse per il trasporto ferroviario - ha sottolineato Zanchini - si aggraveranno i problemi delle città e si allargherà la forbice tra le diverse aree del Paese e tra i servizi, di serie A, B o C». L'obiettivo, per Legambiente, è arrivare a 5milioni di cittadini trasportati ogni giorno nel 2020, liberando così le città da auto e inquinamento e migliorando la vita e la mobilità dei cittadini. La riorganizzazione del settore del trasporto pubblico locale e regionale consentirebbe, inoltre, secondo uno studio della Cassa depositi e prestiti, di creare un valore aggiunto pari a 17,5 miliardi e 465mila nuovi posti di lavoro.

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