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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2013 alle ore 16:49.
I tagli ai servizi riducono gli utenti
Complessivamente sono oltre 2milioni e 861mila i passeggeri sul servizio ferroviario regionale. Ma nel 2013 il numero totale dei passeggeri su queste linee, per la prima volta in 10 anni, è calato dell'1,4%. Sono oltre 110mila i viaggiatori in meno in Campania e Piemonte a causa dei tagli al servizio. In Campania, dove sono stati fatti tagli complessivi del 19% al servizio dal 2010 a oggi con punte di meno 50% su alcune linee, i passeggeri si sono ridotti a 310mila contro i 395mila dello scorso anno e i 467mila del 2011. In Piemonte, tagli di quasi il 10% e la cancellazione di 13 linee ferroviarie hanno portato a far scendere i viaggiatori giornalieri dai 236mila dello scorso anno ai 209mila del 2013. Gli ultimi tre anni sono stati il periodo più nero della storia dei trasporti ferroviari locali e per la vita dei pendolari.
Costi dei biglietti in aumento ma non migliora la qualità
Nel 2013 molte regioni hanno deciso di tagliare i servizi e di aumentare il costo dei biglietti. Il prezzo del biglietto in Italia è comunque in media molto più basso rispetto agli altri Paesi europei ma la differenza più forte con Madrid, Lione o Berlino è nella qualità del servizio. Nel 2009 il totale dei fondi disponibili per i trasporti su gomma e su ferro corrispondeva a circa 6,1 miliardi di euro; nel 2013 questa voce è di poco più di 4,9 miliardi. Poiché il totale necessario per il funzionamento dei trasporti pubblici locali sarebbe di 6,5 miliardi di euro, è evidente che c'è una mancanza di risorse del 25%. Le Regioni, cui spetta il compito più delicato nel garantire la qualità del servizio, non sono state da meno nel trascurare le necessità dei pendolari, e non arrivano in media neanche allo 0,4% del bilancio.
Solo la Provincia di Bolzano spende il 2% del bilancio 2013 per i pendolari
Gli investimenti arrivano a superare l'1% anche in Valle dôAosta, Provincia di Trento e Lombardia. In tutte le altre Regioni la spesa è invece del tutto inadeguata; le situazioni più gravi sono in Piemonte, Lazio e Campania dove a fronte di centinaia di migliaia di pendolari non si raggiunge lo 0,3% della spesa rispetto al bilancio. Sull'autotrasporto invece, sono piovuti dal 2000 al 2013, oltre 5,3 miliardi di euro. Tra fondi diretti e sconti sui pedaggi autostradali, per circa 500 milioni in media l'anno a cui vanno aggiunti 330 milioni di euro già stanziati per il 2014. Impressionante poi lo strabismo nel premiare i cantieri delle grandi opere a scapito della mobilità urbana e pendolare. I finanziamenti da parte dei governi che si sono succeduti in questo decennio, attraverso la legge Obiettivo, hanno premiato per il 71,9% gli investimenti in strade e autostrade. In termini assoluti le infrastrutture stradali sfiorano la quota faraonica di 81 miliardi di euro, contro i 17,8 delle ferrovie e i 13,5 delle metropolitane. Anche le Regioni continuano a scegliere strade e autostrade come investimenti prioritari: queste infatti rappresentano il 60% degli stanziamenti regionali contro il 40% per ferrovie e metropolitane. La regione Emilia-Romagna, ad esempio, sta investendo 180 milioni di euro di risorse pubbliche per la realizzazione dellôautostrada regionale Cispadana.
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