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Questo articolo è stato pubblicato il 18 dicembre 2013 alle ore 06:50.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 11:11.

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MILANO - Il mercato italiano arretra per la prima volta nella storia della Ferrero mentre quello estero continua il suo processo di crescita. Alla fine, grazie anche alla cessione di impianti nel gruppo, Ferrero spa, consociata italiana della multinazionale di Alba, ha chiuso il bilancio civilistico 2012-13 (al 31 agosto) con ricavi in crescita a 2,697 miliardi (2.550 nell'esercizio precedente), +5,7%, e con un utile netto di 156,1 milioni (95,9), +62%.

Il mercato italiano è così debole (in tutti i comparti dell'alimentare e, a maggiore ragione, negli altri) che anche una portaerei come Ferrero, in crescita da sempre, ha risentito della caduta del potere d'acquisto delle famiglie italiane e quindi dei mutamenti indotti negli acquisti.
La multinazionale della Nutella commenta, nel comunicato emesso ieri alla fine dell'assemblea di Ferrero spa, che «nonostante la crisi abbia, per la prima volta nella storia della Ferrero, impattato negativamente sulle vendite nel perimetro italiano, la garanzia dell'occupazione è stata tutelata, grazie alla priorità data ai valori umani e sociali che, da sempre, caratterizzano la cultura aziendale, alla buona performance delle esportazioni all'estero e soprattutto alla fiducia nella ripresa economica del nostro Paese».
Nell'esercizio 2012-13 le vendite sul mercato italiano sono calate del 5,3%, a 1,917 miliardi: mentre sui mercati internazionali (i Paesi sono 70) le esportazioni si sono attestate a 780 milioni con un aumento del 4,1%.

L'utile netto dell'esercizio, pari a 156,1 milioni, ha inciso sui ricavi per il 5,3%, mentre il flusso di liquidità generato dalla gestione reddituale ammonta a 215,7 milioni.
Nonostante l'arretramento sul mercato domestico, sul fronte occupazionale l'organico puntuale al 31 agosto scorso «è stato mantenuto in Italia sulle 6.561 unità – recita un comunicato dell'azienda – senza alcuna sostanziale flessione, a conferma dell'attenzione rivolta alla strenua difesa dei posti di lavoro».
Anche in materia di investimenti, malgrado la crisi, la Ferrero spa ha investito nell'esercizio 78,1 milioni (105,2 milioni in quello precedente), il 2,9% del fatturato: sommando gli investimenti degli ultimi sei esercizi si arriva a 700 milioni complessivi.
Ferrero, nonostante la battuta d'arresto dello scorso esercizio, controlla quote rilevanti del mercato dolciario italiano: nelle creme spalmabili, fonte R&S Mediobanca, Nutella si ritaglia una quota di oltre l'83% del mercato; negli snack al cioccolato è presente con i prodotti Duplo, Kinder, Tronky e una quota del 57%, seguita da Mars; nelle praline, Mon cherì, Pocket coffee, Rocher e Raffaello sono leader con una quota del 31%; nei soft drink Estathè controlla una quota del 25,5%; nei pastigliaggi Alba opera con Tic Tac e Mon amour e controlla una quota di mercato del 18,2%, ma leader del settore è Perfetti Van Melle.

La scorsa estate l'amministratore delegato di Ferrero Gino Lugli, in occasione della convention della catena commerciale Sigma, aveva annunciato alcune novità, tra cui il gelato alla Nutella direttamente fornito dalla multinazionale di Alba. L'altra mossa strategica di Ferrero è nel food service: Nutella e gli altri prodotti del colosso di Alba entrano nella prima colazione degli alberghi, con l'apertura di un nuovo canale di distribuzione, diverso dal retail. Insomma Nutella non solo più nei luoghi di acquisto ma anche in quelli di consumo, come ristoranti e alberghi.
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