Fuori dall'euro? Dai conti correnti ai mutui. Così in sei mosse si rischia un buco da 2.000 miliardi nelle tasche degli italiani
Quanto costerebbe agli italiani l'uscita dell'Italia dell'euro? Molto, forse troppo. Proviamo ad azzardare due conti, senza la presunzione che siano esaustivi, giusto per capire di che ordine di grandezza stiamo parlando. Eccoli
di Fabrizio Guidoni
2. Eurocrack per i risparmiatori / Conti correnti
(Fotogramma)
"Almeno i conti correnti non saranno toccati", dirà qualcuno: i soldi sono lì, in banca, che siano in euro o in lire: protetti dal fondo di garanzia fino a 100mila euro. Formalmente. Ma in sostanza le cose potrebbero essere ben diverse. A parte i rischi legati alla tenuta del settore bancario tricolore sotto la spallata dell'uscita dall'euro, l'impatto sulla liquidità avverrà come calo del potere d'acquisto di questi soldi e sulla perdita di valore in termini reali. Proprio così, perché una delle conseguenza più probabili di uno strappo dell'Italia dalla moneta unica, a sentire gli economisti, sarebbe un elevato surriscaldamento dell'inflazione, impossibile da compensare da un eventuale aumento dei rendimenti della liquidità parcheggiata agli sportelli banche e posta, nel complesso 650 miliardi di euro. Se l'inflazione balzasse al 5% annuo, ipotesi conservativa, e i rendimenti in banca salissero alla metà, intorno al 2,5%, i conti correnti bancari e postali accuserebbero una perdita di valore reale di alcune decine di miliardi (sempre parlando in euro per semplicità).
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