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Questo articolo è stato pubblicato il 18 dicembre 2013 alle ore 11:06.

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Quando non ci sono testimoni, o si pensa che non ci siano, gli italiani danno il peggio di loro stessi. E' accaduto a Lampedusa ma non è un'eccezione, è una regola quando pensiamo che a proteggerci ci sia una sorta di immunità. Un atteggiamento ripetuto con regolarità anche quando l'italiano, confuso nella massa, è al riparo da conseguenze: negli stadi si celebra il rito della vigliaccheria razzista ogni maledetta domenica nel campionato di calcio più diseducativo del pianeta che impegna poliziotti, carabinieri, magistrati, a perseguire tifoserie indegne, presidenti di calcio imbroglioni, giocatori fetenti.
Ma quanto ci costa in termini economici e morali questo magnifico "divertimento" barbaro che le nostre reti televisive impongono alle famiglie in nome di uno sport defunto da un pezzo?

Dice Gianni Rivera: "A volte sono stato ingenuo, opportunista mai. Se lo fossi stato, avrei ottenuto sicuramente di più nella vita, ma avrei perso". Quanti possono affermare lo stesso? I campioni si dice che dannno il buon esempio: non da noi. Trattiamo male i migranti perché trattiamo male noi stessi. Non riconosciamo il diritto ai cittadini italiani di essere considerati essere umani responsabili e con dei diritti, figuriamoci se siamo disponibili a farlo con quelli che vengono da fuori.

Lo Stato e le nostre istituzioni che fanno le leggi agiscono al di sopra e al di sotto degli stessi codici che varano in Parlamento. Questo è un Paese che cominciando dall'alto offre al popolo il cattivo esempio e solletica i peggiori istinti dei cittadini. Molti di noi sanno cosa significa. Se almeno una volta nella vita sono finiti in una caserma o in un carcere, presi a schiaffi, manganellati, colpiti a calci nei genitali. E più si era lontano da occhi indiscreti e più piovevano botte. Ne abbiamo prese tante e siamo stati zitti: e anche questa è una forma di vigliaccheria, perché si pensava che potesse finire anche peggio.

E così - si fa per dire - che siamo diventati uomini. Crescendo nel lato oscuro, quello che non appare e non deve apparire e del quale non hai quasi mai voglia di parlare. Vorremmo rispetto e invece coltiviamo soltanto una rabbia sorda, un risentimento velenoso. Per questo diventiamo mafiosi e camorristi, oppure entriamo in una casta o in una corporazione. Speriamo che ci protegga, inoculando negli altri lo stesso male, la stessa paura. Ma non diventiamo mai cittadini veri di uno stato vero.

Quello che infastidisce è pure l'indignazione dei politici e dei mass media: ma perché non lo sapevate cosa accade qui ogni giorno? O sono dei bugiardi o degli imbecilli che non sanno niente della vita vera. Meno male che adesso arrivano questi migranti e con le loro sofferenze, stavolta sotto gli occhi del mondo, forse ci aiuteranno a migliorare, e magari a liberarci, di questa Italia canaglia, nuda e cruda, ma così bellina in giacca, cravatta e talleur, sempre pronta a indignarsi e commuoversi della propria turpitudine.

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