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Questo articolo è stato pubblicato il 18 dicembre 2013 alle ore 11:18.
L'ultima modifica è del 18 dicembre 2013 alle ore 12:44.

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Enrico LettaEnrico Letta

«L'1% di crescita l'anno prossimo e il 2% nel 2015 sono un obiettivo alla nostra portata se i tassi di interesse rimangono bassi e la fiducia nell'Italia resta forte e, ovviamente, i conti rimangano in ordine». Lo ha detto il premier Enrico Letta alla Farnesina in occasione della X Conferenza degli Ambasciatori dal titolo «L'Italia attrae il mondo: la diplomazia italiana per investire nel sistema Paese».


«Il tasso di cambio dell'euro é assolutamente squilibrato, é eccessivo per la competitività delle nostre imprese». «Lavorare - ha proseguito Letta - per un tasso di cambio che sia diverso da questo maledetto 1,36, 1,37, 1,38 di questi giorni rappresenta un obiettivo che l'intera Ue deve darsi».

Italia manterrà primato industriale
Un concetto ribadito più tardi in un videomessaggio all'assemblea dell'Anfia dal titolo "Fare industria automotive in Italia oggi. Una scelta possibile?". «In questi giorni, in queste settimane stanno germogliando i semi della ripresa che abbiamo davanti», ha detto Letta, che ha aggiunto: «L'Italia non vuole abbandonare il suo primato tradizionale in campo industriale. Lo vogliamo portare avanti, è un impegno».

Crescita senza sfasciare conti pubblici
«Noi vogliamo che le prossime parole d'ordine» per l'Italia e l'Europa «siano collegate attorno alla parola crescita» dopo anni di crisi e austerità ha detto Letta alla X Conferenza degli ambasciatori, ammonendo però sulla necessità di tenere i conti pubblici in ordine: «Fare più crescita sfasciando i conti pubblici non è nostra intenzione», ha spiegato il premier, rivolgendosi, dalla Conferenza degli ambasciatori, a chi «in questi giorni, in queste ore, sta chiedendo di più». «Abbiamo conti in ordine e una rinnovata prospettiva di crescita» senza aver «rovinato» i saldi, ha aggiunto. E ancora: «Tenere i conti in ordine è la base per la crescita, come è nostra intenzione fare l'anno prossimo. Tenere i conti in ordine è la base per tenere i tassi bassi perché arrivare a rasentare il 4% sugli interessi a dieci anni, come succede oggi, è un obiettivo fondamentale».

Tagli lineari sono perversi, cerchiamo di eliminarli
Il premier ha ricordato l'impegno del governo di tagliare la spesa improduttiva con in maniera mirata. «La Farnesina - ha ricordato Letta - è tra i ministeri più toccati dalla logica perversa dei tagli lineari degli anni scorsi, una logica che interviene senza intelligenza». Di qui «il tentativo che stiamo facendo con la spending review di eliminare i tagli lineari».

Tasso di cambio euro è squilibrato
Per Letta il tasso di cambio dell'euro «è assolutamente squilibrato» ed è «eccessivo per la competitività delle nostre imprese». Di qui la necessità di «lavorare per un tasso di cambio che sia diverso da questo maledetto 1,36, 1,37, 1,38 di questi giorni rappresenta un obiettivo che l'intera Ue deve darsi».

Chiudere Unione bancaria, a Bruxelles determinato
Il premier ha insistito anche sulla necessità di chiudere l'accordo sull'Unione bancaria. «Vado domani a Bruxelles - ha detto - determinato a raggiungere questo obiettivo».

In Italia eccezionalità e straordinarietà sono regola
Infine c'è anche spazio per un riferimento alla situazione politica. «In Italia l'eccezionalità e la staordinarietà sono la regola e la costante» ha detto il premier con un riferimento all'esperienza attuale del governo delle larghe intese da lui stesso guidato. Letta ha infatti ricordato la prima volta in cui entrò alla Farnesina nel 1993 per accompagnare Beniamino Andreatta, neo-ministro degli Esteri di un governo «anche quello, eccezionale e straordinario».

Marò: Letta, ci impegniamo finché non avremo risultato
Quanto alla vicenda marò, c'è «un impegno quotidiano continuo, che proseguirà finché non avremmo il risultato che ci aspettiamo», quello di risolvere la questione dei due marò, ha assicurato il premier.

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