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Questo articolo è stato pubblicato il 19 dicembre 2013 alle ore 09:21.
L'ultima modifica è del 19 dicembre 2013 alle ore 21:26.

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Potrebbe colpire a breve, probabilmente con una rapina di auto-finanziamento, Bartolomeo Gagliano, il cinquantacinquenne serial killer in fuga da martedì scorso dopo il «mancato rientro» nel carcere genovese di Marassi da un permesso premio. Ne sono convinti gli inquirenti, impegnati nelle frenetiche ricerche, che stanno setacciando la Liguria e le regioni limitrofe.

Per ora non ci sono tracce del pluriomicida né della Fiat Panda Van di colore verde con cui si è allontanato dal capoluogo ligure. Agli inquirenti sono giunte segnalazioni della sua presenza al pronto soccorso di Lavagna e nella passeggiata di Recco: avvistamenti che non hanno trovato conferme. Tra le ipotesi quella della fuga nella vicina Francia, ma in pochi la avallano. "È andato a sud", confida un investigatore. "È ancora qui nella zona", sostiene un altro. Polizia e carabinieri sono in fibrillazione, a pochi giorni dal via libera al decreto 'Svuota carcerì le pressioni delle "alte sfere" si fanno sentire.

Gagliano - tre omicidi alle spalle - è armato, probabilmente ha con sé una pistola calibro 7.65 ed è pronto ad usarla. Per il criminologo Francesco Bruno "è pericoloso e può compiere nuovi reati contro la vita". Per il procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce, "è un soggetto altamente pericoloso, ma al momento solo in linea teorica". Più cauto Gianfranco Nuvoli, psichiatra del carcere di Marassi: "Nell'ultimo anno aveva cambiato il proprio stile di vita e non aveva dato segni di gravi problemi psichiatrici".

La fuga del serial killer savonese ha scatenato un vespaio. Lo sa bene il giudice di sorveglianza Daniela Verrina che ha firmato il permesso premio. Un provvedimento - ci tiene a spiegare - preso "su basi legittime, dopo un lungo studio delle relazioni che riportavano da tempo una compensazione del disturbo psichiatrico, lucidità, capacità di collaborare, tranquillità e nessun rilievo psicopatologico". Aggiunge: "È il caso più studiato di questo tribunale".

Nei mercati rionali, durante lo struscio di via XX settembre, al porto come nei vicoli, a Genova come a Savona, è l'argomento del giorno. Tutti ne parlano, tutti ammettono di aver paura. In particolare prostitute e transessuali, le vittime preferite di quello che è conosciuto come il mostro di San Valentino. "Speriamo che lo prendano subito - sottolinea Rossella Bianchi, in arte 'Princesà, presidente dell'associazione transessuali di Genova - perché nella nostra comunità è ancora vivo il ricordo di quest'uomo, del suo gusto sadico nel farci del male". Ribatte Andrea Gagliano, nipote del fuggitivo: "Non è come lo dipingono i giornali. Non era più il tipo di 30 anni fa. Aveva messo la testa a posto. Forse ha perso la testa perché aveva ricevuto una risposta negativa per una licenza premio a Natale". Sulla vicenda domani in Parlamento interverrà il Guardasigilli, Annamaria Cancellieri.

Le ricerche di Bartolomeo Galliano sono in corso con particolare attenzione anche in provincia di Cuneo. "La provincia di Cuneo è confinante con la Liguria e punto di possibile transito per raggiungere il confine francese", ha spiegato all'ANSA il comandante del reparto operativo dei carabinieri della provincia di Cuneo, il tenente colonnello Roberto Gonella.
"Per questo - ha aggiunto - a tutte le stazioni ed i militari in servizio è stata raccomandata la massima attenzione. Sino al momento non sono però pervenute segnalazioni che possano far credere la sua presenza nel cuneese".

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