Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 dicembre 2013 alle ore 10:15.
L'ultima modifica è del 24 dicembre 2013 alle ore 10:24.

My24
(Corbis)(Corbis)

Il decreto «salva-Roma» vede il traguardo. Ma la corsa è tutt'altro che finita: il 27 dicembre tornerà in aula a Montecitorio per il voto finale per poi andare in fretta e furia il giorno dopo al Senato per l'ultimo sì al fotofinsh (c'è tempo fino al 30 per convertirlo in legge). Ieri il Dl, nato per evitare la bancarotta alla Capitale e diventato nella navetta in Parlamento un omnibus dove sono piovute misure di ogni tipo, ha incassato la fiducia alla Camera (340 sì e 155 no) con le opposizioni, Cinque Stelle tra tutti, a dare battaglia.

La bandiera dei pentastellati negli ultimi giorni è diventata, infatti, la lotta senza quartiere ai cosiddetti "affitti d'oro" pagati profumatamente da Camera e Senato per alcuni immobili al centro di Roma e per cui una norma del decreto prevede la possibilità di risoluzione anticipata dal contratto d'affitto. Norma che però – a detta dei Cinque Stelle – sarebbe neutralizzata da un comma della legge di stabilità che esclude dalla possibilità di recesso gli immobili posseduti dai fondi di investimento. Da qui la decisione della maggioranza che per evitare ulteriori fibrillazioni politiche – M5S e Lega minacciano ostruzionismo a oltranza – ha assicurato che la questione verrà affrontata sia nei 137 ordini del giorno che dovranno essere esaminati in aula il 27 dicembre, sia nel Dl milleproroghe sul tavolo di Palazzo Chigi tra il 27 e il 28. In realtà per il relatore del decreto Angelo Rughetti (Pd) i pentastellati avrebbero preso «una cantonata»: non solo i contratti d'affitto intestati ai Fondi immobiliari non c'entrerebbero niente con la Camera o con il Senato, ma la previsione di una loro disdetta anticipata farebbe «perdere soldi ai piccoli risparmiatori che investono, ad esempio, sui fondi pensione».

I fondi pensione, infatti, investono a loro volta nei fondi immobiliari i cui contratti, in caso di risoluzione anticipata verrebbero «deprezzati».
Sull'altra norma diventata terreno di scontro, quella che penalizza i Comuni che cercano di arginare il gioco d'azzardo – definita nei giorni scorsi dal segretario Pd Renzi «una porcata» e dallo stesso Letta «un errore» – è stata invece già fatta una completa retromarcia: grazie soprattutto al pressing delle opposizioni la norma che prevedeva meno finanziamenti per chi riduceva il numero delle slot machine è stata cassata.
Fin qui le norme della discordia. Tra quelle invece più attese c'è la boccata d'ossigeno di 400 milioni per il Comune di Roma che solo per il 2013 è alle prese con un buco di 867 milioni.

Soldi che però rischiano di non bastare anche perché nel testo definitivo è stata cancellata la mini-stangata sull'Irpef che prevedeva dal 1° gennaio 2014 la possibilità di innalzare ulteriormente l'addizionale dall'attuale 0,9 all'1,2 per cento. Per il Campidoglio vuol dire rinunciare a un paracadute che vale dai 130 ai 150 milioni.
Tra le novità invece si segnala una sorta di "sanatoria" per chi ha costruito chioschi, cabine, bungalow su aree in concessione demaniale (ad esempio spiagge). Il decreto consente di tenere in piedi queste strutture rendendole quindi stabili e pagando il 3% in più del canone concessorio. In pratica questi manufatti non dovranno essere più rimossi obbligatoriamente a fine stagione in quanto la loro vita viene legata alla durata delle concessioni demaniali marittime che sono state ultimamente prorogate fino al 31 dicembre 2020.

Nel testo si mette mano poi ad alcune emergenze locali, piccole e grandi, a cominciare dai disastrati servizi di trasporto locale: con fondi in particolare per la Campania e la Calabria. Alla voce finanziamenti ci sono anche 25 milioni a Milano per l'Expo e un fondo di cinque milioni per risarcire le imprese che abbiano subito danni dalle proteste dei No-Tav. Spuntano inoltre 35 milioni per rifinanziare la social card e 28,5 milioni, sempre per Roma, per la raccolta differenziata.
Il decreto obbliga poi gli enti locali che hanno superato i limiti finanziari posti alla contrattazione integrativa a recuperare le somme indebitamente erogate al personale. Si dà inoltre la possibilità di istituire una tassa di sbarco nelle piccole isole che può essere alternativa e superiore a quella di soggiorno (dai 2,5 ai 5 euro).

E sempre sul fronte fiscale non manca anche una "tassa nascosta" per evitare che cali il gettito fiscale su fumo e suoi succedanei: il decreto prevede che il ministero dell'Economia possa usare una leva fiscale con «modificazioni, fino a un massimo dello 0,7%, delle aliquote di accisa e di imposta di consumo».
Infine il Dl interviene sul fronte dismissioni e privatizzazione: da una parte rende più facile il procedimento di alienazione in blocco di immobili pubblici e dall'altro rende permanente il Comitato per le privatizzazioni

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi