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Questo articolo è stato pubblicato il 24 dicembre 2013 alle ore 06:39.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 11:14.

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Ma è sul timing di legge elettorale e riforme che il premier dà la maggiore assicurazione a Renzi: il «prima possibile» e comunque «entro le elezioni europee» di fine maggio – dice Letta – ci sarà una nuova legge elettorale e si saranno fatti i primi passi delle riforme costituzionali per superare il bicameralismo perfetto, riformare il Titolo V a cancellare le Province dalla Costituzione. Riforme epocali, da fare in pochi mesi. Ma questa volta la nuova generazione di quarantenni al comando – sottolinea con forza Letta – è messa alla prova e «non può fallire». Il premier insiste molto sulla «svolta generazionale» incarnata dalla nascita del suo governo, proseguita con l'uscita del Cavaliere dalla maggioranza e la conseguente scissione del centrodestra e conclusasi l'8 dicembre con l'elezione del 38enne Renzi alla guida del Pd. «Il Paese ha di colpo recuperato 30 anni. Il 2013 è l'anno che verrà ricordato come una svolta generazione senza precedenti nella storia repubblicana italiana».
Quanto a Renzi, il premier risponde ormai con rassegnazione alle domande sul "dualismo": no, nessun sospetto sul fatto che il neo leader del Pd voglia fare subito la legge elettorale per far cadere il governo e andare alle urne; sì, c'è e ci sarà gioco di squadra. Negli anni passati il centrosinistra è stato colpito da una sorta di «iattura» divisoria che ha fatto il gioco di Berlusconi, sottolinea Letta: «Dimostreremo che la nuova generazione sarà in grado di vivere in modo diverso la capacità di fare squadra, per il 2014 e per il futuro». Non saranno insomma ripetuti gli errori del passato (Veltroni versus Prodi, D'Alema versus Veltroni). Se non altro per convenienza, aggiungiamo noi: qualunque sarà il destino personale dei due protagonisti del Pd, questo destino passa da una vittoria del Pd alle prossime elezioni politiche. Ma una cosa il premier tiene a sottolineare: «Non sono e non sarò mai un primo ministro tecnico. La settimana fra il 26 settembre e il 2 ottobre ho dimostrato cosa è necessario fare quando c'è bisogno di una svolta politica vera: l'ho fatto allora e non ho alcun problema a rifarlo se necessario». Avvertimento chiaro: come con Berlusconi, il premier non esiterà a verificare la lealtà della sua maggioranza in Aula ove necessario, perché come allora non intende rimanere «ad ogni costo» a Palazzo Chigi.
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I NODI
Patto «alla tedesca»
A gennaio, sarà firmato un patto tra i leader della maggioranza che sostiene il governo guidato da Enrico Letta, a partire dal Matteo Renzi (Pd) e Angelino Alfano (Nuovo centro destra). La richiesta è venuta dai due leader proprio per blindare il nuovo governo per tutto il 2014 ed evitare scossoni
Ipotesi rimpasto
Il premier Letta ha smentito ieri l'ipotesi di rimpasto e anche il leader del Pd Renzi non sembra intenzionato a chiedere posti. Ma qualche aggiustamento ci sarà, e negli ambienti democratici se ne discute già da giorni. L'uomo forte di Renzi nel governo, Graziano Delrio, avrà con ogni probabilità un ruolo di maggior peso
Il ruolo delle opposizioni
Il governo Letta, con la fuoriuscita di Berlusconi dalla maggioranza, si trova già a far i conti con un'opposizione più agguerrita. Forza Italia si è unita al M5S nel chiedere con forza elezioni anticipate, cavalcando la parola d'ordine dei «parlamentari abusivi» dopo la bocciatura del Porcellum da parte della Consulta
Le elezioni europee
A fine maggio si terranno le elezioni per il rinnovo del parlamento europeo. Come ha detto in passato lo stesso premier Letta «se i populisti in Europa superassero il 25% sarebbe molto preoccupante». E per il M5s «le elezioni europee rappresentano il terreno migliore sul quale il esprimere il suo populismo»
Il semestre europeo
Nel secondo semestre del 2014 spetterà all'Italia la presidenza del Consiglio dell'Unione europea. Un ruolo difficile, nell'attuale situazione economica: il Paese, ha detto Letta, «farà di più perché l'Europa faccia passi avanti» con una parola d'ordine: crescita e lavoro dopo anni di crisi e austerità

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