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Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2013 alle ore 09:27.
L'ultima modifica è del 27 dicembre 2013 alle ore 16:47.

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Alma Shalabayeva con la figlia (Reuters)Alma Shalabayeva con la figlia (Reuters)

Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kakazo Mukhtar Ablyazov, è tornata in Italia con la figlia Alua. «Voglio ringraziare il ministro Emma Bonino, il ministero degli Esteri e gli organi di informazione per essersi occupati del mio caso ed avermi consentito di tornare in Italia. Sono felice, sono molto felice di essere in Italia. Grazie a tutti». Lo ha detto tra le lacrime, prima di lasciare l'aeroporto di Fiumicino in auto.

«Ho temuto per la vita di mia figlia», ha poi sottolineato Alma Shalabayeva, nella conferenza stampa a Roma, ricostruendo gli ultimi mesi della sua vicenda. «Hanno rapito me e mia figlia a causa di mio marito - ha quindi affermato -. Ci hanno lasciato andare sempre a causa di mio marito: i kazaki sperano così che apparire civili li aiuterà ad ottenere l'estradizione dalla Francia» di Mukthar Ablyazov.

L'aereo sul quale viaggiava è atterrato oggi all'aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino intorno alle 12:20.

In seguito a un blitz della polizia italiana alla periferia di Roma alla ricerca di Ablyazov, destinatario di un mandato di cattura internazionale, la donna e la figlia erano state espulse dall'Italia lo scorso maggio, dopo che i loro passaporti diplomatici della Repubblica Centroafricana erano stati giudicati falsi da funzionari della polizia italiana.

La vicenda - diventata un caso politico e diplomatico quando si è invece scoperto che i documenti erano autentici - ha portato alle dimissioni del prefetto Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto del ministro dell'Interno Angelino Alfano.

«Certamente è un lieto fine: siamo contentissimi, dobbiamo ringraziare il ministro degli Esteri Bonino e i funzionari del Ministero, che hanno fatto un grandissimo lavoro» ha detto a SkyTg24 l'avvocato Anna D'Alessandro, uno dei legali di Shalabayeva.

«Non sappiamo se la signora Shalabayeva rimarrà in Italia - ha continuato D'Alessandro - per il momento è importante anche per il nostro Paese che rientri in Italia: è un segno di riconoscimento per un Paese che ha fatto tanto affinchè questa situazione venisse recuperata in maniera brillante. Sappiamo che la signora è molto contenta di tornare in Italia e soprattutto di rivedere gli altri figli in Svizzera. In questi mesi ha vissuto con grandissima preoccupazione, non era scontato un esito così favorevole: la preoccupazione è stata grande per tutta la sua famiglia», ha concluso il legale.

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