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Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2013 alle ore 14:52.

Anafe-Confindustria critica le misure riguardanti le sigarette elettroniche contenute nel decreto Milleproroghe. Secondo l'associazione infatti il provvedimento non ha risparmiato il settore delle sigarette elettroniche reinserendo - secondo le anticipazioni di stampa di oggi - i divieti di svapo e di pubblicità, a partire dallo stesso giorno in cui prenderà il via l'assoggettamento del prodotto ai Monopoli e una tassazione del 58,5%.

«Siamo di fronte al terzo cambiamento di norme in 6 mesi», dichiara il presidente di Anafe-Confindustria Massimiliano Mancini. «Quest'ultimo - prosegue - altro non è che la lapide posta dal Governo sul settore della sigaretta elettronica». Il tutto prosegue ancora Mancini «alla faccia dell'omogeneità dei Decreti Legge di cui tanto si è parlato in questi giorni, e senza alcuna considerazione delle competenze del Ministero della Salute che pochi giorni fa aveva avuto il nulla osta proprio del Governo per avviare l'iter del ddl Lorenzin che prevede la regolamentazione della pubblicità e dei divieti».

Il divieto assoluto di svapo e di pubblicità, «evidentemente voluto dalla lobby dei tabaccai e da alcuni suoi rappresentanti, non farà altro che mantenere lo status quo del mercato e favorire l'utilizzo della sigaretta tradizionale, con conseguenze ben note a chiunque ormai: il tabacco è la principale causa di morte prevenibile nel nostro Paese e al fumo di tabacco sono attribuibili dai 70mila agli 83mila morti l'anno».

Da ciò che sta succedendo invece, conclude il presidente di Anafe-Confindustria Mancini, «è evidente che al Governo non interessa la salute dei cittadini, così come al ministero dell'Economia non interessano assolutamente le entrate fiscali, visto che l'unico risultato di questi provvedimenti sarà il trasferimento all'estero di decine di aziende e la chiusura di quattromila negozi, con gravi conseguenze in termini di occupazione e un buco nelle casse dello Stato. Di questo abbiamo parlato più volte e lo abbiamo ampiamente dimostrato in tutte le sedi, ma su questi argomenti il Governo non ha mai inteso nemmeno aprire una consultazione che, se messa in atto, avrebbe messo alla luce gli errati presupposti dei suoi interventi che invece avranno l'unica conseguenza di danneggiare lo Stato, l'economia e la salute pubblica».

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