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Questo articolo è stato pubblicato il 31 dicembre 2013 alle ore 21:20.
L'ultima modifica è del 01 gennaio 2014 alle ore 11:09.

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Scattano dalla mezzanotte del 31 dicembre gli aumenti delle tariffe autostradali: l'incremento medio è pari al 3,9% medio, ma le percentuali possono essere maggiori o minori a seconda delle tratte. In ogni caso, grazie a un intervento del governo degli ultimi giorni, sono scongiurati i picchi fino al 13,96% (come richiesto ad esempio dalla Rav che gestisce il raccordo autostradale valdostano).

Il governo ha stabilito infatti un tetto agli aumenti che dovrebbe essere attorno al 5%, ma sarebbe una soglia progressiva variabile a seconda delle concessionarie e che in alcuni casi può essere superiore di qualche punto percentuale. Le percentuali eccedenti vengono per ora congelate e saranno recuperate in seguito nell'ambito della ridefinizione quinquennale dei piani finanziari delle concessionarie: questo significa che entro il 30 giugno, data entro la quale va definito il nuovo piano, l'Anas e le concessionarie devono stabilire tempi e modalità del recupero dei mancati incrementi.

La comunicazione della firma dei decreti interministeriali da parte dei ministeri dell'Economia e delle Infrastrutture è arrivata nella serata dell'ultimo dell'anno per la necessità di rivedere i conteggi delle singole concessionarie dopo le decisione dell'esecutivo di intervenire. Senza il tetto deciso dal governo, l'adeguamento medio al casello sarebbe stato pari al 4,8 per cento. Gli incrementi tariffari richiesti non subiscono modifiche sostanziali per la convenzione principale di Autostrade per l'Italia, che gestisce 17 tra le maggiori tratte tra cui la Milano-Napoli, che aveva chiesto un incremento del 4,43 per cento. Tra gli altri aggiornamenti, la Brescia-Padova ha comunicato un adeguamento dell'1,44 per cento.

«La riduzione deriva dall'esigenza di attenuare l'impatto degli incrementi tariffari sull'utenza in un periodo di perdurante crisi economica – spiega una nota del ministero delle Infrastrutture - a fronte di alcuni incrementi molto significativi spettanti ad alcuni concessionari, sono stati corrisposti aumenti tariffari inferiori da compensare in sede di futuro aggiornamento quinquennale dei piani finanziari». La riduzione stabilita, prosegue la nota, «determina un risparmio per l'utenza quantificabile in circa 50 milioni di euro l'anno. Incrementi lievemente superiori alla media sono stati comunque riconosciuti a quei concessionari impegnati nella realizzazione di opere di rilevante interesse per lo sviluppo del Paese».

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