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Questo articolo è stato pubblicato il 31 dicembre 2013 alle ore 20:45.

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Care ascoltatrici, cari ascoltatori, ho voluto esprimervi la mia vicinanza a realtà sociali dolorose, che molti di voi vivono in prima persona, ed evocare valori e principi, necessità
e speranze di cambiamento da coltivare tenacemente. L'ho fatto senza entrare nel merito di posizioni politiche e di soluzioni concrete, su cui non tocca a me pronunciarmi. Come nei sette anni conclusisi nell'aprile scorso, così negli otto mesi successivi alla mia rielezione, ho assolto il mio mandato raccogliendo preoccupazioni e sentimenti diffusi tra gli italiani. E sempre mirando a rappresentare e rafforzare l'unità nazionale, servendo la causa del prestigio internazionale dell'Italia, richiamando alla correttezza e all'equilibrio nei rapporti tra le istituzioni e tra i poteri dello Stato, nei rapporti, anche, tra politica e giustizia tenendo ben ferma la priorità della lotta al crimine organizzato.

Conosco i limiti dei miei poteri e delle mie possibilità anche nello sviluppare un'azione - al pari di tutti i miei predecessori - di persuasione morale. Nessuno può credere alla ridicola storia delle mie pretese di strapotere personale. Sono attento a considerare ogni critica o riserva, obbiettiva e rispettosa, circa il mio operato. Ma in assoluta tranquillità di coscienza dico che non mi lascerò condizionare da campagne calunniose, da ingiurie e minacce.
Tutti sanno - anche se qualcuno finge di non ricordare - che il 20 aprile scorso, di fronte alla pressione esercitata su di me da diverse ed opposte forze politiche perché dessi la mia disponibilità a una rielezione a Presidente, sentii di non potermi sottrarre a un'ulteriore assunzione di responsabilità verso la Nazione in un momento di allarmante paralisi istituzionale.

Null'altro che questo mi spinse a caricarmi di un simile peso, a superare le ragioni, istituzionali e personali, da me ripetutamente espresse dando per naturale la vicina conclusione della mia esperienza al Quirinale. E sono oggi ancora qui dinanzi a voi ribadendo quel che dissi poi al Parlamento e ai rappresentanti regionali che mi avevano eletto col 72 per cento dei voti. Resterò Presidente fino a quando "la situazione del paese e delle istituzioni" me lo farà ritenere necessario e possibile, "e fino a quando le forze me lo consentiranno". Fino ad allora e non un giorno di più ; e dunque di certo solo per un tempo non lungo. Confido, così facendo, nella comprensione e nel consenso di molti di voi.
Spero di poter vedere nel 2014 decisamente avviato un nuovo percorso di crescita, di lavoro e di giustizia per l'Italia e almeno iniziata un'incisiva riforma delle istituzioni repubblicane.

Ho concluso. Buon anno alle vostre famiglie, dagli anziani ai bambini, buon anno a chi serve la patria e la pace lontano dall'Italia, buon anno a tutti quanti risiedono operosamente nel nostro paese.

Guardiamo - lasciate che ve lo dica - con serenità e con coraggio al nuovo anno".

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