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Questo articolo è stato pubblicato il 02 gennaio 2014 alle ore 07:25.

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Giorgio NapolitanoGiorgio Napolitano

«Un ottimo approccio - ha sottolineato -, assolutamente innovativo. E un minor distacco nei confronti dei cittadini è sempre auspicabile». Il sondaggista Nicola Piepoli, presidente dell'Istituto Piepoli, giudica il discorso di fine anno del capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Finora, prosegue Piepoli, « il capo dello Stato è stato al di sopra della mischia, mettere un piede nella mischia significa abbassare i toni. Non essere aulico, ma concreto».
Sottolinea che è in atto da 6 mesi una diminuzione della fiducia nei confronti del capo dello Stato. Che pure ha una fiducia che oscilla fra il 55 e il 60% dopo i ripetuti attacchi di Grillo e Berlusconi. E racconta che nel corso dei trenta anni di monitoraggi settimanali del livello di fiducia dei cittadini nei confronti del capo dello Stato è comunque ai livelli del presidente Oscar Luigi Scalfaro.

«Positivo che un uomo di quasi 90 anni si sia adattato alle nuove regole della comunicazione», ha detto Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing. Che giudica il discorso «forte e innovativo soprattutto nella parte iniziale, forse un po' rabbiosa nella parte più politica». Un discorso che denota una evoluzione sul fronte della comunicazione negli otto discorsi del capo dello Stato, ma anche nei discorsi dei presidenti dagli albori della Repubblica a oggi: «I primi erano più istituzionali e noiosi». Quest'anno il discorso è stato «meno istituzionale e più rivolto ai cittadini e non alla politica», ha sottolineato. Notando anche come è cambiata la scenografia, anch'essa meno istituzionale. Positivo è stato iniziare con le lettere dei cittadini («Sono state troppe, però», ma «è positiva la sperimentazione di un nuovo metodo di comunicazione che ha voluto rafforzare il rapporto con i cittadini»). E del nuovo modello di comunicazione non si potrà «non tenere conto nei prossimi discorsi di fine anno». Nella parte finale, ha detto Noto, «ho percepito un po' di rancore, di rabbia nei confronti delle critiche e questo, sia pur condivisibile, poteva non esserci». Sul fronte della fiducia dei cittadini Noto afferma che Napolitano nel primo settennato ha superato Ciampi e ora, con una fiducia che oscilla fra il 50 e il 65%, è nella media degli altri capi di Stato. «Il trend negativo - sottolinea - non è legato a un demerito del Capo dello Stato, ma all'idea dello stallo politico che non piace ai cittadini e della classe politica che non è stata in grado di eleggere un nuovo presidente».

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