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Questo articolo è stato pubblicato il 01 gennaio 2014 alle ore 15:04.
L'ultima modifica è del 02 gennaio 2014 alle ore 11:16.

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Oggi iniziano i saldi, per la verità già anticipati dalle più svariate promozioni, e le previsioni non sono rosee. Secondo quanto rilevato dall'Osservatorio nazionale Federconsumatori, in base all'analisi del proprio campione dislocato su tutto il territorio nazionale, il numero delle famiglie che si dichiara propensa ad acquistare a saldo sarà pari ad appena il 36-37% (circa 8,9 milioni di famiglie). Un andamento dettato dal forte calo del potere di acquisto registrato negli ultimi anni, si legge in una nota di Federconsumatori-Adusbef, nonché dai pesanti aumenti che si prospettano per il 2014 (+1.384 euro a famiglia). I pochi che acquisteranno a saldo dichiarano che ridurranno fortemente il proprio budget: la spesa media sarà di 194 euro a famiglia, l'11,3% in meno rispetto allo scorso anno (in cui vi era già stata una contrazione del 18,8%). Il giro di affari complessivo sarà, quindi, aggiunge il comunicato, di appena 1,73 miliardi di euro.

Simili le previsioni del Codacons, che stimano una flessione delle vendite del 12,5%, con una spesa media inferiore ai 200 euro a famiglia e solo il 35% dei nuclei familiari che farà acquisti.

Per la Confesercenti, gli sconti iniziali partiranno dal 30-40 per cento. Le prime Regioni ad iniziare le vendite di fine stagione sono la Campania e la Basilicata. Il resto d'Italia, invece, partirà sabato 4, con l'eccezione della Sardegna che ha anticipato la data di inizio al 6 dicembre 2013 per le zone colpite dall'alluvione. Secondo le stime Fismo-Confesercenti, la spesa media durante i saldi si attesterà sui 155 euro a persona.

Anno horribilis per le vendite
«Dalle informazioni che provengono dai nostri associati - spiega Roberto Manzoni, presidente di Fismo, l'associazione Confesercenti del commercio al dettaglio di moda e abbigliamento - i prossimi saldi saranno i più convenienti degli ultimi dieci anni: gli imprenditori praticheranno sconti sostenuti per recuperare un anno difficile: oltre alla crisi economica, il settore è stato colpito anche dal clima, con una primavera fredda e un'estate in ritardo e troppo lunga. La conseguenza è stata un aumento delle rimanenze di magazzino e quindi delle opportunità per chi acquista in saldo. Anche le vendite di Natale sono andate peggio del previsto, registrando cali su tutto il territorio nazionale».

Data unica per tutta l'Italia
«I saldi invernali - spiega Manzoni - aiutano a sostenere sia i bilanci dei negozi che hanno risentito di una calo delle vendite, sia di quelle famiglie strette dalla crisi economica: per questo non vanno di certo deregolamentati, ma tutelati, a partire dall'istituzione di una data davvero unica per tutta Italia».

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