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Questo articolo è stato pubblicato il 04 gennaio 2014 alle ore 13:33.
L'ultima modifica è del 04 gennaio 2014 alle ore 19:36.

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Quella di oggi a Firenze è stata la prima segreteria "in trasferta" del Partito democratico, ma non sarà l'ultima: lo ha annunciato il leader del Pd Matteo Renzi, nella conferenza stampa finale. «È normale - ha spiegato - che facciamo appuntamenti di questo tipo anche fuori Roma, a Firenze è stata la prima, ma ce ne saranno altri, in altre città d'Italia». «In particolare - ha precisato - andremo là dove si vota nelle prossime elezioni amministrative, ci sono ventisette capoluoghi e poco più di quattromila comuni che vanno a votare».

Il segretario del Pd Matteo Renzi detta i tempi del confronto sulle riforme: dalla prossima settimana si dovrà iniziare a «tirare la rete» sulla legge elettorale per far partire l'iter parlamentare. Perché «dobbiamo fare di tutto per approvarla entro gennaio».

Renzi: attendo che Fi definisca la sua posizione su nuove regole per il voto
«In tre giorni si sono fatti passi in avanti che non si erano fatti in tre anni - ricorda durante la conferenza stampa al termine della riunione della segreteria del partito, riunione che si è tenuta per la prima volta a Firenze e che è durata cinque ore - . La presa di posizione costringe tutti a dire la propria e mi pare che lo stiano facendo tutti i partiti. La prossima settimana si dovrà tirare la rete e poi partire con la procedura parlamentare». Il segretario chiarisce che «non c'è nessuna trattativa sulla legge elettorale con Berlusconi, aspetto la posizione di Forza Italia».

Non sottovaluto la discussione tra i Cinque Stelle sulla legge elettorale
Anche Beppe Grillo, ricorda ancora il segretario, «ha aperto una discussione» sulla legge elettorale. Guai a sottovalutarla, io la rispetto - continua Renzi - ma se sto ai documenti ufficiali M5S dice "faremo una consultazione on line", magari non condividerò il modello ma è un fatto». Anche Alfano, sottolineai, «ha detto con chiarezza che vuole una legge elettorale sul modello dei sindaci, la Lega non è interessata, Sel ha detto ci siamo, possiamo discutere». Il leader democratico chiarisce di non puntare a «un compromesso, una trattativa» ma di voler «provare a chiudere, mi pare siamo molto vicini» ma serve «anche da parte del Pd la disponibilità a rinunciare a un "suo modello". Vorrei togliere ai saggi, agli specialisti, ai costituzionalisti un dibattito che è stato accademico», confida.

Non siamo noi a mettere in discussione il Governo
Il sindaco di Firenze nega di voler dare una spallata al governo Letta: «Nessuno sta cercando di mettere in difficoltà l'Esecutivo - spiega -. Mette in difficoltà il Governo chi lo costringe all'immobilismo». Per il governo, continua l'ex rottamatore, «l'equilibrio é come quello di una bicicletta, non c'é equilibrio possibile in chi sta fermo. Abbiamo sprecato la crisi non dobbiamo sprecare la ripresa. Lavoriamo perché il governo acceleri». Alla richiesta di commentare la richiesta del viceministro dell'Economia Stefano Fassina per un rimpasto e la sostituzione dei ministro del Pd, Renzi risponde con ironia: «Fassina chi?».

Cosa ha fatto Alfano su famiglia? Ha azzerato i fondi
Il segretario del Pd commenta anche la decisione del leader del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano di chiudere alla possibilità di inserire nel patto di coalizione anche la questione delle unioni civili. «Se l'unico problema di Alfano sulle nostre proposte sono le unioni civili - afferma - ci va di lusso. Trovo invece discutibile che si possa obiettare mettendo in mezzo la famiglia: che cosa hanno fatto i governi Alfano-Giovanardi per la famiglia? Hanno azzerato il fondo per la famiglia. Se la famiglia è una cosa seria bisogna essere coerenti».

Cambiare la legge sulle adozioni internazionali
Sulla vicenda «molto complicata» delle coppie di italiani bloccati in Congo con i figli adottivi, il segretario afferma: impone una «riflessione sulla modifica della legge sulle adozioni internazionali».

Job act il 16 gennaio
Il piano del lavoro discusso oggi dalla segreteria del Pd sarà portato alla direzione del partito alla riunione del 16 gennaio, ha inoltre annunciato Renzi, a proposito del cosiddetto Job Act. «Oggi in segreteria c'è stata una discussione molto seria ed articolata su questo tema - ha aggiunto Renzi - e sono molto soddisfatto dell'esito della discussione».
Renzi non è entrato nei dettagli del piano e ha precisato che alla direzione di metà gennaio verrà presentato un sommario documento su cui ciascuno potrà dare il proprio contributo.

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