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Questo articolo è stato pubblicato il 05 gennaio 2014 alle ore 16:24.
L'ultima modifica è del 05 gennaio 2014 alle ore 16:31.

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(Corbis)(Corbis)

È l'effetto crisi dei debiti sovrani sulla Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Cipro. Il 2013 ha fatto registrare in Germania un boom di immigrati, che con un totale di 400mila arrivi hanno toccato un limite che non si era più registrato negli ultimi venti anni.

Il domenicale 'Welt am Sonntag' (WamS) ha pubblicato le cifre raccolte dall'Istituto per le ricerche di mercato (Iab), insediato nell'Agenzia federale del Lavoro, dalle quali emerge che lo scorso anno si è registrato un aumento di oltre il 10% degli immigrati giunti in Germania rispetto al 2012. Insomma si torna ai tempi delle valige di cartone e dei treni diretti in Germania in cerca di occupazione mentre la classe politica dei paesi medieterranei stenta a trovare la soluzione ai problemi di competitività e sviluppo.

Il record assoluto dell'immigrazione in Germania era stato toccato nel 1993, al momento della crisi politica nei Paesi dei Balcani, quando in Germania erano arrivati 462mila migranti. Le cifre riguardanti l'immigrazione nel primo semestre del 2013 evidenziano che il più alto numero di arrivi é avvenuto dalla Polonia, con l'Italia al terzo posto dietro la Romania, ma davanti a Ungheria e Spagna. Per quanto riguarda le comunità straniere in Germania, quella italiana si colloca al secondo posto con 520mila presenze, dietro a quella turca, che conta quasi 1,6 milioni di persone, e davanti a quella polacca con 468mila presenze. Largamente distanziate arrivano la comunità greca (283mila), quella croata (223mila) e quella russa (195mila).

Nel frattempo sulla stampa tedesca continuano le polemiche sulla richiesta di espulsione degli immigrati in arrivo dai Balcani, in particolare bulgari e romeni, accusati di trasferirsi in Germania solo per godere dei benefici dello stato sociale. Il deputato europeo Elmar Brok (Cdu), presidente della Commissione Esteri del parlamento di Strasburgo, dichiara alla 'WamS' che «gli Uffici stranieri tedeschi aspettano troppo tempo prima di espellere gente che punta solo ad ottenere prestazioni sociali senza avere un'occupazione regolare. Se le autorità fossero più rigorose contro gli abusi del nostro sistema sociale, ciò avrebbe una funzione deterrente».

Anche Peter Gauweiler, vice presidente della bavarese Csu, partito gemello della Cdu di Angela Merkel, afferma che «da noi arriva gente che vuole trarre profitto dal nostro sistema sociale, a dispetto del fatto che ciò é vietato dal diritto europeo e da quello tedesco».

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