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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2014 alle ore 20:42.

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L'ex presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker «era un fumatore incallito, e bevitore». Parola del suo successore, l'attuale numero uno dell'Eurogruppo (e ministro delle Finanze olandese) Jeroen Dijsselbloem, che lanciato il siluro al predecessore in un programma televisivo di seconda serata andato in onda nei Paesi Bassi. «Da quando se n'è andato l'atmosfera è diventata molto più calvinista», ha aggiunto impietosamente Dijsselbloem.

Juncker non l'ha presa bene. Anche perché di recente aveva annunciato di voler correre per la presidenza della Commissione Ue. Interpellato sul punto, l'ex premier lussemburghese (famoso per la sue pluriennali battaglie a favore del segreto bancario) ha comunque dichiarato di non aver problemi con l'alcol. «E non intendo rispondere ad affermazioni fatte in un programma satirico sulla tv olandese».

Di recente lo "Spiegel" ha scritto che Angela Merkel starebbe lavorando dietro le quinte per impedire a Juncker di guidare il Ppe alle elezioni europee del 25 maggio, per poi aspirare ad un'alta carica nell'Ue. Se Juncker riuscisse nell'impresa di guidare i partiti liberal-conservatori alle europee ed avesse successo, potrebbe poi aspirare alla carica di presidente della Commissione europea, scrive il settimanale tedesco.

La scelta del candidato chiamato a guidare i partiti cristiano-democratici europei alle elezioni del 25 maggio verrà presa nel congresso di marzo a Dublino. Sempre secondo lo "Spiegel" la Merkel starebbe convincendo a candidarsi il primo ministro irlandese, Enda Kenny, e il premier polacco Donald Tusk, che avrebbero mostrato entrambi interesse per la proposta.

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