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Questo articolo è stato pubblicato il 09 gennaio 2014 alle ore 12:16.
L'ultima modifica è del 09 gennaio 2014 alle ore 18:49.

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(LaPresse)(LaPresse)

«Penso sia grave quando un Ministro così importante come Saccomanni dica "sono un esecutore" o "nessuno mi ha istruito". Penso che il Ministero dell'Economia debba essere guidato da un politico, come regola generale perché abbiamo visto che l'esperienza dei tecnici non ha funzionato bene». Durissime le parole di Dario Nardella, "renziano" del Pd, a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24, sull'operato del ministro Fabrizio Saccomanni per il recupero delle somme relative agli scatti degli stipendi del personale della scuola.

Il biasimo di Renzi
Era stato già Matteo Renzi, martedì sera, a censurare il ministro del Tesoro qualche ora dopo che si fosse aperto il caso insegnanti. «Io mi arrabbio con Saccomanni - aveva commentato Renzi – quando toglie 150 euro ai professori». Poi ieri il dietrofront sul prelievo e, peggio ancora, il rimpallo delle responsabilità tra Saccomanni e il ministro dell'Istruzione Mariachiara Carrozza. A questo botta e risposta si riferisce Nardella. Il quale ha trovato particolarmente gravi le frasi del titolare dell'Economia che si era difeso così: «C'è stato un problema di comunicazione. Il ministero dell'economia è un mero esecutore. Aspettavamo istruzioni che non ci sono pervenute».

L'affondo finale
«Non abbiamo certo dato la fiducia a un ministro così autorevole, addirittura ai vertici della Banca d'Italia, per aumentare di un punto l'Iva o per attorcigliarsi intorno alla questione dell'Imu», affonda ora il coltello Nardella. «Questo ministro deve dimostrare di essere all'altezza delle aspettative, che avevamo tutti noi e che aveva il Parlamento quando è arrivato. Dopodiché la decisione spetta al presidente del Consiglio, non ai partiti. Altrimenti sembra solo una questione di potere: Renzi non è arrivato per cambiare tre ministri ma per cambiare l'Italia. Poi, se i ministri non vanno bene, il presidente del Consiglio si assumerà l'onere di cambiarli».

La segreteria Pd frena
Ma dalla segreteria del Pd arriva la frenata. «Come ribadito più volte nel corso di questi giorni il Partito Democratico non ha mai chiesto né ha intenzione di chiedere rimpasti o la sostituzione di questo o quel ministro», puntualizza Lorenzo Guerini, portavoce della Segreteria Nazionale Pd che aggiunge «in questo momento è necessario lavorare bene e insieme sulle riforme che servono al Paese e non sollevare questioni che non esistono».

Nardella: mai chiesto le dimissioni di Saccomanni
A seguire la precisazione di Nardella che smentisce di avere chiesto le dimissioni del ministro. «Cerchiamo di essere seri. Non ho mai chiesto le dimissioni del ministro Saccomanni - assicura -. Invito tutti quelli che hanno voglia di fare polemiche strumentali ad andare a riascoltare la registrazione della trasmissione per capire il senso delle mie parole».

Sacconi (Ncd): Saccomanni non traballa, da Nardella vecchia politica
A blindare il titolare dell'Economia è il Nuovo centrodestra. Lo fa il capogruppo Ncd al Senato, Maurizio Sacconi, che su Radio 24 non risparmia una stoccata all'esponente democratico:«Non traballa il ministro Saccomanni - assicura Sacconi -. Stiamo assistendo da tempo ad atteggiamenti di un esponente del Pd, vicino al segretario del Pd (Nardella, ndr) che fa dichiarazioni e poco dopo le corregge. Dire una cosa e poco dopo smentirla è vecchia politica. Si aggiunge fibrillazione ad un Paese che invece chiede stabilità e che sta avendo un po' di dividendi dalla stabilità. Così si affievolisce la credibilità di un Governo che pur si dichiara di sostenere»

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