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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2014 alle ore 10:48.
L'ultima modifica è del 11 gennaio 2014 alle ore 16:58.

«L'autorità portuale di Piombino si dice certa che tutta l'area portuale sarà ristrutturata e attrezzata per rottamare navi della stazza della Costa Concordia: tra l'altro c'è la grandissima possibilità che nessun altro porto ha di una rottamazione a km 0, avendo industria siderurgica all'interno del porto».

Lo ha detto il sottosegretario alle Infrastrutture Erasmo D'Angelis, a Firenze, a margine dei lavori degli Stati generali dell'Informazione precaria in Toscana, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano della possibile individuazione del luogo dove verrà smaltito il relitto. Gli auspici di D'Angelis arrivano il giorno successivo alla conferenza stampa svoltasi a Roma con il ministro dell'Ambiente Orlando, il commissario delegato per l'emergenza Concordia (e capo della Protezione civile) Grabielli e l'ad di Costa Thamm. Durante l'illustrazione dei costi e dei prossimi passi per la rimozione e lo spostamento del relitto, è emersa la candidatura di quattro porti italiani ma anche di una agguerrita concorrenza estera: dalla Francia alla Cina.

«La normativa europea - ha però spiegato il viceministro D'Angelis - prevede la rottamazione di quel tipo di relitti nel porto idoneo più vicino, e questo è appunto Piombino; inoltre la Regione deve autorizzare lo smaltimento del rifiuto speciale, e lo autorizza nel tratto più breve, perché più breve è il tratto e meno rischi ci sono». L'armatore, ha aggiunto poi il sottosegretario, «deve alla Toscana per la serietà dimostrata nella gestione di emergenza di questa tragedia che è diventata di portata mondiale, un ritorno di solidarietà, cioè aiutare Piombino, che può rischiare di diventare una Taranto 2, a risollevarsi garantendo la rottamazione e aprendo così una filiera di lavoro con navi del livello della Costa Concordia».

Dopo l'operazione che ha raddrizzato ("parbuckling") la Costa Concordia davanti all'isola del Giglio lo scorso settembre, ora occorre passare alle successive fasi: rigalleggiamento, trasferimento al porto di destinazione finale, demolizione e riciclo. Venerdì una conferenza stampa presso la sede romana della Protezione Civile ha esposto lo stato dell'arte del proseguimento dei lavori.

La Concordia lascerà il Giglio a fine giugno, due anni e mezzo dopo il naufragio. Costa Crociere ha presentato l'ultima fase del progetto di rimozione, la scelta del porto finale dove la nave verrà smantellata non sarà presa però prima di marzo. Almeno 12 porti e le aziende di sei nazioni hanno manifestato interesse. Mantenuto l'impegno sui tempi, commenta Orlando

Gli "sponson"
La prossima mossa riguarda gli interventi di ripristino strutturale mirati a creare una superficie liscia e regolare in corrispondenza delle zone danneggiate (prima del parbuckling il relitto poggiava su due speroni di roccia) per consentire ai cassoni (in termine tecnico "sponson") di essere correttamente allineati mediante il posizionamento di lamiere di acciaio; l'installazione dei 15 cassoni a dritta più gli ultimi 4 sul lato sinistro, installazione che inizierà nel mese di aprile in presenza di condizioni atmosferiche prevedibilmente più favorevoli.

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