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Questo articolo è stato pubblicato il 13 gennaio 2014 alle ore 13:19.
L'ultima modifica è del 13 gennaio 2014 alle ore 18:16.

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PARIGI. Il presidente francese François Hollande ha passato il week end all'Eliseo riunito con i suoi più stretti consiglieri per cercare di trovare il modo per disinnescare la bomba delle rivelazioni sulla sua relazione segreta con l'attrice Julie Gayet. Il servizio fotografico del settimanale Closer rischia infatti di danneggiare ulteriormente, forse irrimediabilmente, l'immagine e la credibilità di un presidente che già ha battuto tutti i record di impopolarità.

Hollande - che tra dieci giorni sarà ricevuto dal Papa, in un incontro che sta diventando alquanto imbarazzante - ha cercato di reagire subito invocando il diritto alla privacy, al rispetto della sua vita privata. Ma la vicenda è oggettivamente di interesse pubblico.
Perché arriva in un momento particolarmente delicato, alla vigilia della conferenza stampa semestrale in cui – domani pomeriggio davanti a centinaia di giornalisti francesi e stranieri – Hollande dovrà spiegare i contenuti della sua nuova politica riformista, fatta di sgravi alle imprese in cambio di occupazione e di tagli alla spesa pubblica.

Perché pone interrogativi sulla sicurezza del presidente e sull'apparente superficialità con cui utilizzava un appartamento intestato a una signora dai misteriosi legami con la grande criminalità corsa (l'ex marito è stato condannato per riciclaggio di denaro sporco e il compagno è stato ucciso alcuni mesi fa in un regolamento di conti).

Perché alimenta i dubbi sull'affidabilità di Hollande. Nessuno infatti contesta il suo diritto ad avere la vita privata che gli pare, purché questo avvenga in un contesto di trasparenza. Invece il presidente trascorre il Natale con la compagna ufficiale Valérie Trierweiler – la prémière dame che dopo le rivelazioni è stata ricoverata in ospedale per una crisi nervosa – e la notte della vigilia di Capodanno con l'amichetta, in segreto. La gente quindi si chiede quanto è credibile nella vita pubblica, negli annunci ufficiali, chi vive di menzogne nella vita privata.

Fino a pochi giorni fa era opinione diffusa che Hollande avrebbe potuto recuperare consensi sacrificando prima o poi il premier Jean-Marc Ayrault, classico capro espiatorio. Ora lo scenario è bruscamente e brutalmente cambiato. È il presidente a essere in discussione. Con il rischio che alla crisi economica – che fa della Francia il nuovo malato d'Europa – si sommi una grave crisi istituzionale.

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