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Questo articolo è stato pubblicato il 13 gennaio 2014 alle ore 17:43.
L'ultima modifica è del 13 gennaio 2014 alle ore 22:02.

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«Parlare di rimpasto è roba da Prima repubblica #chenoia. Vi prego: parliamo di #coseconcrete». Così il segretario del Pd Matteo Renzi su Twitter subito dopo l'incontro oggi pomeriggio al Quirinale con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un faccia a faccia per discutere di riforme e legge elettorale, alla luce delle imminenti motivazioni della Consulta sulla bocciatura del Porcellum. Ormai le difficoltà di rapporti tra i due si sono sciolte. E così, per un'ora circa, il segretario Dem e il capo dello Stato si sono confrontati uno di fronte l'altro, con Renzi che ha ribadito di non avere alcuna intenzione di far cadere Letta. Piatto forte dell'incontro è stata la riforma della legge elettorale. Con la consapevolezza che a pesare saranno le motivazioni della sentenza della Consulta sul Porcellum.

Il vertice a largo del Nazareno
Renzi continua a muoversi a tutto campo. Convinto della necessità della sponda istituzionale del Colle ma anche di iniziare a «correre» con impegni, responsabilità e tempi precisi. Stasera ha riunito di nuovo il partito. Senza aspettare la direzione di giovedì. Ha convocato alle 20.30 a largo del Nazareno i capigruppo di Camera e Senato e i presidenti democratici delle commissioni parlamentari. All'ordine del giorno il patto di governo e la legge elettorale.

Renzi: è nostro governo, Pd non ha più alibi
«Il Pd non ha più alibi. Questo governo siamo noi, le colpe e gli errori sono i nostri», ha detto Matteo Renzi secondo quanto viene riferito da alcuni partecipanti all'incontro. Lo ha fatto ribadendo di non avere intenzione di staccare la spina a Letta: «Il governo deve lavorare per tutto il 2014 e fare le cose bene».

I tre modelli per la legge elettorale
«Il Mattarellum ha i pregi del rapporto con il territorio. Lo spagnolo puro non ha senso senza il premio di maggioranza che spinge al bipartitismo. Il doppio turno senza preferenze va contro la Consulta...». Così, Matteo Renzi ha spiegato i pregi e i difetti di tre modelli elettorali da lui proposti alle forze politiche.

Pd non chiede rimpasto ma è a disposizione di Letta
Renzi ha ribadito poi di non puntare al rimpasto, pur non chiudendo la porta a cambi di poltrone da parte di Letta: «Io non ho chiesto il rimpasto, il Pd non l'ha chiesto - ha detto - se il premier ritiene nella sua autonomia di fare piccole o grandi modifiche noi siamo a disposizione ma il rimpasto non è oggetto di discussione del Pd». Anche se le fibrillazioni nell'esecutivo continuano. Con il caso De Girolamo che sta montando: il ministro dell'Agricoltura è finito nell'occhio del ciclone dopo la pubblicazione di alcune "telefonate in libertà" su nomine e affari a Benevento. E i renziani che sollecitano «spiegazioni convincenti» da parte della diretta interessata.

Agenda Pd formalizzata nella direzione di giovedì
Il segretario ha ribadito che l'agenda del Pd sarà formalizzata nella direzione di giovedì. E verrà proposta ad alfaniani, montiani e popolari perché sia recepita nel contratto di coalizione sotto forma di «file Excel», in cui siano ben visibili i tempi di realizzazione per ciascun impegno.

Letta: 2014 anno fondamentale per la crescita
Dal Messico dove si trova in visita di Stato Letta parlando con i suoi assicura: «Di Renzi mi fido». E rilancia sullo scatto in avanti del governo in un'intervista alla tv messicana Televisa : «Il 2014 è per noi un anno fondamentale, il primo anno che non si apre con un'emergenza finanziaria e si parla di opportunità di riforme e crescita. Dobbiamo e possiamo superare i ritardi del passato».

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