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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2014 alle ore 19:56.
L'ultima modifica è del 14 gennaio 2014 alle ore 20:08.

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PALERMO - C'è chi avrebbe comprato l'auto personale con i soldi destinati al gruppo parlamentare di appartenenza e chi invece si sarebbe regalato un gioiello, e c'è poi chi avrebbe pagato il viaggio di lusso per sé e per famiglia e chi avrebbe fatto shopping sfrenato con l'acquisto anche di borse Louis Vuitton. Sono solo alcuni esempi delle cosiddette spese pazze contestate a parecchi deputati dell'Assemblea regionale siciliana: in tutto sono coinvolte 97 persone di cui 83 parlamentari regionali (in pratica quasi tutti tranne i sette che non hanno completato la scorsa legislatura) e soggetti che hanno ricevuto benefit e i dirigenti dei gruppi parlamentari mentre in 13 (i capigruppo) sono stati raggiunti oggi da avviso a comparire nell'ambito dell'inchiesta aperta più di un anno fa dalla Procura di Palermo. L'accusa è di peculato per uso illecito di fondi destinati ai gruppi parlamentari. Alcuni di loro sono ancora in carica altri invece non sono stati rieletti nelle scorse elezioni regionali che si sono tenute a ottobre del 2012.

L'indagine, avviata sull'onda del caso Fiorito (il consigliere del Lazio accusato di essersi appropriato di un milione e 300mila euro di fondi destinati al gruppo del Pdl che lui guidava) circa un anno e mezzo fa è condotta dalla Guardia di finanza e coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai sostituti procuratori Sergio Demontis e Maurizio Agnello, avrebbe accertato che i deputati hanno disposto o autorizzato spese non istituzionali o comunque non giustificate utilizzando i soldi pubblici.

I militari della Guardia di finanza, che nei mesi scorsi hanno fatto le verifiche sui conti correnti dei deputati regionali, hanno scoperto per esempio che Rudy Maira (ex deputato del Pid avrebbe ricevuto 24 bonifici per un totale di 51mila euro serviti per l'acquisto di un auto che, però, dalle indagini risulta a uso privato e non per il gruppo politico d'appartenenza. L'ex deputato regionale e oggi sindaco di Marsala Giulia Adamo avrebbe invece speso 1.690 euro in una gioielleria. All'ex deputato Francesco Musotto (nell'ultima legislatura appartenente al gruppo Mpa) viene contestata una spesa senza giustificazione pari a 45mila euro: lui sostiene di averli dati per spese elettorali al leader del partito Raffaele Lombardo il quale aveva replicato: «Di tutto questo renda conto e li restituisca». Al pd viene contestata una spesa di 2.500 euro che sarebbero stati utilizzati per pagare il regalo di nozze di un'impiegata: i soldi usciti dalla cassa del gruppo, secondo i rappresentanti del Pd, sono stati poi restituiti dai parlamentari.

Oltre a Francesco Musotto, ex capogruppo Mpa nella scorsa legislatura, a Giulia Adamo, ex Udc e Rudy Maira, del Pid e Antonello Cracolici, del Pd, gli avvisi di garanzia sono stati notificati a Lino Leanza, oggi Articolo 4, Cataldo Fiorenza, ex Mpa, Marianna Caronia, anche lei ex Mpa e oggi anche ex deputata, ma anche l'Udc Nicola D'Agostino. Tra gli indagati vi sarebbero anche Davide Faraone, deputato del Pd responsabile del Welfare nella segreteria formata da Matteo Renzi e anche l'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e l'ex presidente dell'Ars Francesco Cascio.

Cracolici, che ha annunciato in aula di avere ricevuto un avviso di garanzia, ha detto: «Mi corre l'obbligo di dare la notizia del mio avviso di garanzia prima in Parlamento - dice Cracolici durante la discussione della Finanziaria - essendo io da 14 anni parlamentare di questa Assemblea ritengo giusto farlo. Ho ricevuto qualche ora fa un avviso a comparire davanti alla Procura di Palermo per fatti che riguardano la mia funzione di capogruppo per la scorsa legislatura. Illustrerò in conferenza stampa le contestazioni che mi vengono mosse. Ho fatto questo non per difendere me stesso ma per una ragione, non so se essere contento di questo, ma tutte le contestazioni che mi vengono mosse riguardano la funzione di capogruppo, non un euro mi viene contestato di avere messo in tasca, o un acquisto improprio, o una mutanda, tutte le attività che ho avuto l'onore di svolgere dal punto di vista amministrativo sono attività tracciabili da un punto di vista bancario. Leggerò davanti ai giornalisti per intero l'avviso di garanzia che mi è stato notificato con mandato a comparire e le contestazioni che mi vengono mosse nei 5 anni che ho svolto la funzione». Tra le spese contestate a Cracolici ci sarebbero anche spese fatte con i fondi del gruppo per l'acquisto di cialde per il caffè, bottiglie di acqua minerale e per la pubblicazione di necrologi.

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